I giallorossi versione 2022 stanno dimostrando di poter raccogliere il massimo risultato anche quando non si può solo dominare o segnare a raffica.

Il Lecce visto fino alla semi-forzata sosta natalizia offriva ai tifosi ampie garanzie in termini di prestazioni, ma qualcosa di meglio andava fatta sul piano dei risultati. Il senso è presto spiegato se si pensa a quante gare nei quali Lucioni&co avrebbero meritato i tre punti sono finite invece in parità, con i giallorossi incapaci di piazzare l’allungo decisivo (Perugia, Frosinone, Pisa) o mantenere il minimo vantaggio (Como, Ternana, Ascoli, Brescia). Delle otto vittorie sommate nel 2021 baroniano, infatti, appena due sono arrivate con il minimo scarto, ma il tecnico ci ha lavorato duro su ed i risultati si vedono.

Dopo la ripresa, infatti, è arrivato un tre su tre che sta valendo lo strepitoso, e strameritato, primo posto. Meritato perché il Lecce tolta Cremona non ha mai deluso sul piano della prestazione. In alcuni casi, come a Pisa, poteva certo fare qualcosa in più, giocando però partite che, con giusti cinismo e solidità, sarebbero anche potute valere l’intera posta in palio. La traduzione del ciò che sarebbe potuto in un presente produttivo è arrivata con Pordenone, Cremonese e Vicenza. Tre partite in cui, per mancanza di fluidità di manovra e per inefficacia in zona gol, farne tre o quattro non è stato possibile. Chi vuole la A, però, deve riuscire a raccogliere il massimo da ogni buona prestazione.

Così è stato in queste prime uscite dell’anno solare, coincise non a caso con il sorpasso sulle prime della classe solo sfiorato in altre occasioni, nelle quali il Lecce era sempre stato bello ma un po’ leggerino. Ora, per definizione trattandosi di girone di ritorno, il gioco si è fatto duro. I punti iniziano innegabilmente a pesare di più e, se queste sono le premesse, i tifosi possono essere ancor più fiduciosi nel lavoro dell’armata giallorossa.