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Hjulmand a CL: “Il mio unico sogno è portare il Lecce in Serie A. Venire qui è stata la scelta giusta”

Da oltre un anno padrone assoluto del centrocampo giallorosso, Morten Hjulmand si è messo in mostra per qualità e carattere di primissimo piano dimostrando una continuità di prestazioni spaventosa. Abbiamo intervistato in esclusiva per voi il gioiello danese del Lecce.

La storia di Morten Hjulmand parte dalla periferia est di Copenaghen. Com’è stata la tua infanzia e che ruolo ha avuto il calcio nella stessa?

“Ho avuto un’infanzia davvero felice e serena in Danimarca e, grazie alla mia famiglia, il calcio ha avuto un ruolo da protagonista. Ho iniziato a giocare a pallone da piccolissimo, avevo appena tre anni, favorito certamente anche dal fatto che mio fratello giocasse a calcio e che mio padre fosse il mio allenatore. Per questo ho iniziato a giocare e non mi sono mai fermato”.

Con quali idoli sei cresciuto da piccolo e quali squadre ti piacevano particolarmente?

“A casa mia si è sempre tifato Arsenal, di cui non ci siamo persi una partita tra Premier League e Champions. Di conseguenza il mio primissimo idolo è stato Thierry Henry, seguito successivamente da Fabregas fin quando non è poi andato al Barcellona”.

C’è stato un momento di svolta in cui hai pensato che la passione si stava trasformando in un possibile lavoro?

“Da piccolo ero considerato tra i più bravi della mia età, ma con l’arrivo dell’adolescenza ho avuto dei problemi fisici perché ho tardato nello svilupparmi dal punto di vista della corporatura. A 17 anni ero finalmente cresciuto ed ho iniziato a pensare di potermi giocare le mie possibilità per diventare un calciatore professionista”.

Nel 2018, quando eri già nel giro delle nazionali giovanili, il passaggio dall’FC Copenaghen all’Admira Wacker Modling, piccola realtà della Bundesliga austriaca alle porte di Vienna. Come mai questo passaggio?

“Ho deciso di lasciare una grande realtà come quella danese per un club più piccolo per il semplice motivo che volevo giocare quante più gare possibili. L’Admira punta moltissimo sui giovani e lì avevo grandi possibilità per esprimermi, crescere e sviluppare il mio potenziale. Sapevo di avere bisogno di giocare tanto ed in Austria ne ho avuto la possibilità da subito”.

Hjulmand e la nazionale danese, una storia nata cinque anni fa. Che emozioni ti ha regalato, fino ad oggi, la divisa dei Rød-hvide?

“Vestire la maglia del proprio Paese è sempre una grande emozione. Lo è stata sin dalla prima volta, l’ho considerata un onore ed una grande occasione. Sono sempre stato felice di vestire la maglia della Danimarca anche perché in nazionale ho tanti amici che ritrovavo ad ogni convocazione. Stare del tempo con loro è stato bellissimo e si aggiungeva al grande orgoglio di giocare per la propria nazione”.

Emozioni anche da tifoso e dalle parti del centro storico di Lecce ne sanno qualcosa, vero?

“Sì, durante il recente Europeo abbiamo tifato Danimarca da Lecce, vedendo con la mia famiglia alcune gare per le vie del centro. Siamo dei grandi tifosi, e non solo della nazionale di calcio ma anche degli altri rappresentanti del nostro Paese”.

La Danimarca è stata tra le prime squadre europee qualificate a Qatar 2022. Cosa daresti per partecipare alla spedizione mondiale al fianco, magari anche in campo, del totem della mediana Hojbjerg?

“Sinceramente non ci penso affatto. So che i mondiali sono molto vicini dunque non lo considero un sogno possibile. Al contrario, il mio unico sogno è portare il Lecce in Serie A”.

Torniamo in Austria, dove sei stato protagonista delle tue prime due stagioni e mezzo da pro con tanto di esordio in Europa League. Quanto ti ha aiutato a crescere quell’esperienza?

“Tantissimo, perché ho potuto giocare con continuità le mie prime stagioni da calciatore. In Austria mi sono trovato bene, ho mosso i primi passi in una prima squadra e migliorato di stagione in stagione le mie capacità, lavorando per sviluppare per le mie caratteristiche”.

Cos’hai provato quando ti hanno comunicato dell’offerta del Lecce e cosa ti ha convinto ad accettarla?

“Conoscevo la storia del Lecce e l’importanza di un campionato come la Serie B, quindi quando ho saputo della possibilità di andarci a giocare le sensazioni erano ottime e sono state presto confermate. Un club ambizioso ed attento ai giovani era pronto a puntare su di me ed io non mi sono fatto sfuggire quest’occasione. Ho accettato perché ho pensato fosse la piazza giusta in cui esprimersi al meglio e cercare di fare il salto di qualità. Sto crescendo grazie a questo club, venire qui è stata la scelta giusta”.

Usciamo un attimo dal rettangolo verde. Com’è stato il tuo approccio con la tua nuova casa? Cosa ti piace di Lecce e del Salento?

“Le spiagge del Salento sono qualcosa di fantastico”.

In tanti tra i nostri lettori ci hanno confidato di riconoscerti come uno dei calciatori più gentili e disponibili tra i giallorossi, sempre pronto a una foto con un fan a fine gara. Com’è il tuo rapporto con la gente innamorata del Lecce?

“Ho sempre cercato di essere amichevole con i nostri tifosi perché penso che la loro passione sia fondamentale per noi e che valori come l’umiltà siano molto importanti per assolvere bene ai propri compiti. Per questo cerco di fare il massimo per loro, in campo e fuori dal campo”.

Perché, secondo te, sei entrato così tanto nel cuore dei tuoi tifosi?

“Sinceramente non so rispondere a questa domanda. So solo che io do tutto me stesso ogni volta che vesto la maglia del Lecce e che sono pronto a combattere con dedizione alla causa in ogni partita e ad impegnarmi in ogni allenamento”. 

Cos’hai pensato la prima volta che hai visto il Via del Mare finalmente riempito almeno con tre quarti della sua gente?

“Sapevo del calore del tifo leccese che nel lungo periodo di restrizioni non ho potuto ammirare allo stadio. Poi, quest’anno, ho potuto provare l’emozione e la carica che il Via del Mare è in grado di trasmettere. Gare come quella con il Parma rappresentano cornici da grande calcio. E’ bellissimo giocare in uno stadio come quello che sto ammirando quest’anno”.

Andando indietro nel tempo, il tuo approccio con la formazione di Corini è stato devastante e ci hai messo pochissimo per prenderti la maglia da titolare. Cosa ha favorito questo processo?

“Inizialmente non è stato facile, perché il passaggio da un campionato ad un altro implica diverse novità e tra queste c’era senza dubbio l’avanzamento di livello. Io mi sono messo subito a lavoro ed a disposizione del mister per farmi trovare pronto ed aiutare squadra e compagni, mi sono trovato bene e siamo stati protagonista di una bella cavalcata nei mesi a seguire”.

Poi, proprio nelle ultimissime uscite, le prestazioni tue e della squadra hanno subito una calo decisivo. Cos’è successo, secondo te?

“Se avessi una risposta a questa domanda te la darei, ma non ce l’ho”.

Anno nuovo e il Lecce, dopo una breve fase di rodaggio, vola in classifica giocando praticamente sempre bene. Come giudichi il vostro cammino stagionale?

“L’avvio di campionato è stato complicato perché c’è un allenatore e tanti giocatori nuovi che necessitavano di carburare fino a creare il giusto amalgama. Dopo le prime tre gare, però, schemi e mentalità sono state assimilate ed abbiamo avuto una grande crescita condita da prestazioni e risultati positivi. Il torneo cadetto è però davvero molto difficile, equilibrato e con tante squadre che ambiscono ai primi posti, dunque l’insidia è sempre dietro l’angolo”.

Cosa ti chiede in particolare mister Baroni? Dal debutto di Lecce-Empoli ad oggi in cosa ti senti migliorato?

“Il tecnico mi chiede di creare e giocare la palla, oltre che dinamismo, tutti aspetti che sento di aver migliorato dal mio arrivo al Lecce”.

Quest’anno hai collezionato tre assist e provato più volte il tiro da fuori. Quanto ti manca la prima firma con la maglia giallorossa?

“Non è una cosa alla quale penso nella maniera più assoluta. So che il mio compito nel Lecce è un altro, ovvero fare di tutto per mettere i calciatori più offensivi e con maggior qualità di fare gol. Mi concentro soltanto su quello”.

Quando si fa bene e si ha qualità, le prime indiscrezioni di mercato sono inevitabili. I tifosi hanno sempre paura che un giovane possa distrarsi dalle voci, in che modo rassicureresti i più timorosi?

“Posso assicurare i tifosi del fatto che non presto attenzione o importanza a questi aspetti. Al contrario la mia concentrazione è esclusivamente sul terreno di gioco, dal lavoro settimanale alle partite in cui voglio solo lottare e dare tutto me stesso per il bene del Lecce”.

Nello spogliatoio giallorosso le nazionalità si sprecano ed in tanti venite da paesi del centro o nord Europa. I compagni italiani vi hanno aiutato nel processo di adattamento ad una nuova realtà?

“Sì, tantissimo. Il gruppo è importante se si vuole fare bene e a Lecce ho trovato tanti ragazzi sempre pronti a dare una mano ai nuovi arrivati. La disponibilità è una caratteristica che contraddistingue i miei compagni di squadra”.

Tornando al campo, pensi che le quattro gare senza successi siano figlie di alcune difficoltà particolari che avete riscontrato nell’ultimo periodo?

“Nel calcio capita di giocare alcune partite bene ed altre meno bene, così come si sa che spesso sui risultati incidano gli episodi e che la palla a volte può andare dentro e altre prendere il palo per questione di centimetri. Detto ciò, le gare con Brescia e Parma possono starci, mentre penso che con Perugia e Cosenza avremmo dovuto fare di più e vincere. E’ chiaro che giocare tante gare in poco tempo non è poco, ma è una cosa che abbiamo fatto noi come gli altri. Ci prendiamo comunque questa pausa per ricaricarci, come ho fatto io che ho riposato e mi sono allenato a parte per recuperare energie al meglio, per poi tornare in campo più carichi che mai per la volata finale”.

4-3-3 o 4-2-3-1, prestazioni alla mano sembra cambiarti poco. E’ così?

“Cerco sempre di farmi trovare pronto. La differenza per me è tutta nel fatto che con il centrocampo a tre ho compiti più difensivi e l’obbligo di dare equilibrio e copertura alla squadra, mentre in quello a due posso muovermi di più anche in avanti ed attaccare maggiormente”.

Che Lecce e che finale di campionato dobbiamo aspettarci?

“Stiamo lavorando per arrivare pronti a queste 7 gare che per noi sono 7 finali. Daremo tutto per portare quanto più in alto il Lecce. Non sarà semplice, ma abbiamo 7 partite a disposizione per dimostrare il nostro valore e lo faremo impegnandoci al massimo partita dopo partita. La nostra concentrazione deve essere esclusivamente sull’impegno più vicino, a partire dalla gara con il Frosinone che è l’unica alla quale stiamo pensando”.

I tifosi del Lecce vorrebbero vederti ancora a lungo con il giallo ed il rosso sul petto. Che messaggio vuoi dare loro?

“Nella mia mente non ci sono altre squadre oltre al Lecce, tra i miei obiettivi non c’è altro che portare i giallorossi in Serie A. Questo è il mio unico focus e lotto sul campo per cercare di renderlo realtà”.

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8 mesi fa

Grazie capitano 💛❤️ x sempre

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8 mesi fa

Ok ma ora anche basta articoli su Hjulmand. È andato

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8 mesi fa

Su Transfermarkt.it il giocatore è valutato 15 milioni, il Lecce di Corvino l’ha venduto a 21 milioni. Essendo che il sistema online viene utilizzato dalle Procure come sito di riferimento per valutare le plusvalenze sospette ora si indagherà anche sulla società pugliese con conseguenti sanzioni da parte della giustizia sportiva? Chiedo per un amico. #plusvalenze #figc #GiustiziaSportiva #UEFA #GRAVINAPRESIDENTE #Santoriello #giuseppechiné

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8 mesi fa

Per non dimenticare 💛❤️🔝
Grande capitano

Gennaro
Gennaro
2 anni fa

Complimenti per la tua serietà professionale

marcoantonio
marcoantonio
2 anni fa

la dimostrazione come la competenza compensi la mancanza di budget. 300 mila euro è costato Hjulmand. Incredibile

MarcoMc
MarcoMc
2 anni fa

Bell’intervista, ne vorremmo leggere più spesso di questo tipo per sapere quel qualcosa in più sui nostri beniamini. 👏👏👏

MarcoMc
MarcoMc
2 anni fa

Umiltà e dedizione. Queste sono le caratteristiche che piacciono a noi tifosi e Morten le incarna alla perfezione!
Resta sempre così e portaci in Alto!!!
Grande Hjulmand 💪💛❤️

Lupiae86
Lupiae86
2 anni fa

Immenso

Lupiae nel cuore
Lupiae nel cuore
2 anni fa

Come si fa a non voler bene a Morten? Si danna l’anima ed i leccesi lo amano per questo. Resta umile ragazzo, rispetta sempre la nostra storia e la ns gente e quando un giorno andrai via (perché succederà) per noi non sarai mai un nemico

Dario
Dario
2 anni fa

Il migliore. Ragazzo serio e forte.
Portaci in A!

Massimo
Massimo
2 anni fa

Un bravo giocatore e ragazzo. Forza Lecce

Nicola
Nicola
2 anni fa

Grande ragazzo…grande Morten…vero gladiatore del nostro Lecce.

Corepresciatu
Corepresciatu
2 anni fa

Un Leone a centrocampo…

Damiano
Damiano
2 anni fa

Grandissimo Morten … 👏👏💛❤🔝🔝

Andrea
Andrea
2 anni fa

Ragazzo eccezionale calciatore unico
Grazie a te e grazie corvino un esempio per tutti i scettici forza Lecce

tino Cuper
tino Cuper
2 anni fa

Grande Hiulmand ho bisogno di vederti al tiro più spesso emagari con qualche gol
Vamosss

Gianni
Gianni
2 anni fa

Sempre sul pezzo, un esempio per tutti

Franz
Franz
2 anni fa

Grazie Morten.💪💛❤

Fernandinho
Fernandinho
2 anni fa

Noi vogliamo undici Hjulmand

Umberto
Umberto
2 anni fa

Che grinta sto ragazzo. Ecco perché si può giocare sempre bene, grazie alla mentalità

Manlio Giaracuni
Manlio Giaracuni
2 anni fa

Bellissima intervista, grazie! Volevo sentirlo parlare da un sacco

Carlo
Carlo
2 anni fa

No vabbè, ti amiamo proprio

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