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Fascetti: “Ho vinto a Bari e a Lecce, la prima promozione in A in giallorosso…”

Eugenio Fascetti, allenatore del Lecce promosso in A per la prima volta nel 1984/1985, è stato ospite di Maracanà, trasmissione di tmw.

IL LANCIO DI CASSANO. “Ho avuto la fortuna di essere il tecnico del Bari in quel momento. Aveva qualità enormi. Mi fu detto di un ragazzino delle giovanili che era straordinario e lo feci portare al campo. E non è più uscito e appena possibile l’ho buttato dentro. Si è sempre comportato bene, si allenava bene, lo lasciavo abbastanza libero di fare quello che gli veniva meglio. Doveva seguire l’istinto e basta. Il carattere? Non ha avuto un’infanzia bella, bisognava capire anche certe cose di lui”.

MOURINHO. “L’importante nel calcio è vincere, e ci sono tanti modi per farlo. Il bel calcio c’è si, ma è quello che vince. Mourinho è un personaggio interessante, che fa parlare, ma è bravo. La Roma non gioca bene, ma Mou ha sempre giocato così, non è spettacolare ma pensa che sia quello il modo per vincere”.

TRA TORINO E BARI. “A Torino trovai una squadra ridotta male, ma aveva un organico importante, vedi Marchegiani, Cravero, Lentini, Dino Baggio. Ho lasciato Torino a malincuore perché aveva giovani di grande qualità che dopo un paio d’anni con Mondonico sono esplosi. Ne ho visti pochi come Lentini, a dire il vero. A Bari? Non ero visto bene, dato che ero stato tre anni a Lecce. Ho vinto con entrambi e ho passato belle annate. A Bari grosse soddisfazioni, con il lancio di Cassano ma anche di Ventola, Zambrotta e diversi altri. La società viveva momenti non belli e ogni anno si doveva ricominciare, altrimenti si poteva andare in Europa”.

SQUADRA NEL CUORE. “Che squadra ho nel cuore? Lecce ci fu la promozione per la prima volta, un’impresa tenere per 5 anni di fila il Bari, poi la Lazio del -9, ma sono legato a tutte le mie squadre, così come il Varese. Qui avevo giocatori con grossa tecnica e che giocavano velocemente”.

INTER. “La seguo sempre volentieri, Non so inquadrarla bene, ma prende troppi gol”. Una squadra che vuole vincere lo Scudetto non può prenderne così tanti. Con i difensori così alti, se trovano giocatori rapidi lasciano troppo spazio. E’ una squadra che dovrebbe giocare chiusa e cercare il contropiede”.

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