Due anni fa, il centrocampista danese arrivava nel Salento dall’Admira Wacker per 170mila euro. Coincidenza vuole che proprio oggi il Lecce si è espresso ufficialmente sul rifiuto a lasciarlo partire per una cifra ben superiore

Morten Hjulmand, l’oro scandinavo di Lecce, l’ultima ‘corvinata’. Decidete voi il soprannome, resta la sostanza che nella nottata di ieri la notizia importante è stata l’offerta del Southampton di 12 milioni (più 3 di bonus) per il trasferimento a gennaio del capitano. Risposta del Lecce: no grazie, ne riparleremo. Corvino ha ribadito la decisione in mattinata durante la conferenza stampa di presentazione di Tommaso Cassandro, secondo acquisto per la prima squadra dopo Maleh. L’ascesa del danese è stata l’ascesa del Lecce. Dall’ingresso in campo nei 23′ finali al posto di Tachtsidis durante Lecce-Empoli, riacciuffata 2-2 dallo 0-2 con Hjulmand in campo, all’esplosione in Serie A sono passati due anni con l’intermezzo della promozione nel massimo campionato festeggiata sotto gli ordini di Marco Baroni e la nascita di un legame fortissimo con il Salento, di cui è diventato un rappresentante vestendo la fascia di capitano del Lecce e, simpaticamente, palesando un forte accento leccese nelle interviste in italiano, già parlato correttamente.

Sempre con la maglia numero 42, Hjulmand si è guadagnato il rispetto e l’ammirazione di tutti i tifosi partita dopo partita, arrivando senza clamori da una squadra fanalino di coda del massimo campionato austriaco. Il fiuto di Corvino ha scovato il talento di un calciatore che, dopo le giovanili del Copenhagen, non si è guadagnato lo spazio giusto in prima squadra decidendo di provare a recitare il ruolo da protagonista. Dai pochi euro investiti al rifiuto per 11 milioni in due anni esatti, con in mezzo l’orgoglio di essere diventato il simbolo di un modo nuovo di fare calcio sostenibile e, soprattutto, di entusiasmare e far sognare un popolo.