
L’intervista rilasciata a Canal+ in settimana è di fatto la prima uscita pubblica del difensore francese dopo le ottime performance in Serie A con la maglia del Lecce, che Umtiti vorrebbe condurre verso la salvezza
La frenesia da lotta salvezza, da decidere in 180’ tra Monza e Bologna con un occhio ai risultati delle altre squadre, non svaluta la grande stagione di Samuel Umtiti, restituito al calcio che conta grazie alla stagione con la maglia del Lecce dopo, di fatto, due anni d’inattività. Umtiti, campione del mondo 2018 da titolare della Francia con tanto di gol decisivo segnato in semifinale al Belgio, ha voglia di tornare protagonista nel calcio e, a 29 anni, si potrebbe parlare di una nuova carriera che a Lecce ha vissuto il primo passo.
Il verdetto della stagione sportiva delineerà i ricordi, nitidi e meno nitidi, del campionato. Indipendentemente da tutto, si potrebbe dire (condizionale usato puramente per rispettare la pluralità di vedute) che Samuel Umtiti è (tra un mese diremmo “è stato) il difensore più forte della storia del Lecce. In una squadra di giovani e scommesse, sapienza, tenacia e letture difensive di Big Sam hanno contribuito sicuramente alla crescita di singoli e, si spera, al successo di squadra.
Umtiti ha raccontato le sue impressioni partendo dalla rottura con il Barcellona: “Sono stati quattro anni di depressione. Stavo male a tutti i livelli, non solo sotto l’aspetto sportivo. Mi ero chiuso in casa, le persone che mi stavano vicino mi sollecitavano ad uscire, a tornare alla vita di tutti i giorni. Mi spingevano a tornare a vivere. Stavo proprio male. Preferivo starmene a casa, lontano dai riflettori”.
Il Salento ha permesso di voltare pagina al difensore, spesso intendo a immortalare nelle proprie Instagram Stories i paesaggi rurali dalla sua residenza immersa tra gli ulivi ad Acaya. Barcellona era però il punto più alto per un calciatore come lui: “Io stavo bene a Barcellona, mi esprimevo al massimo. A un certo punto ho iniziato a percepire un po’ di diffidenza nei miei riguardi, ho capito che nessuno credeva in me. E questo mi ha buttato giù”. Umtiti, nonostante un contratto fino al 2026 rinnovato per permettere al Barcellona di spalmare l’ingaggio e rientrare in vincoli finanziari, difficilmente, con percentuali quasi allo zero, tornerà in Catalogna.
Da qui nacque la trattativa con il Lecce, difficile e, come detto in altre sedi, permessa anche dalle distorsioni del calcio capitalista. Umtiti è orgoglioso della scelta fatta: “Lecce per me è stata una sfida: avevo bisogno di sentirmi apprezzato, rispettato, utile. So bene che conquistare la salvezza qui è come lo scudetto. Sono grato al Lecce perché qui ho ritrovato il sorriso. Dell’Italia e del Salento mi piace tutto. L’inizio non è stato facile, i dolori non erano ancora passati anche se la cosa più importante era giocare. Ho superato l’esame e sono felice anche se non ho dimenticato cosa si diceva sul mio conto nei momenti bui. ‘Umtiti è finito, smetterà di giocare. Frasi che ho sentito pronunciare e che purtroppo fanno parte del calcio”.
Umtiti si è legato ancor di più al Lecce in occasione della partita vinta in casa contro la Lazio, durante la quale ci furono i deprecabili buu razzisti partiti al suo indirizzo dal Settore Ospiti. In risposta, nacque lo spontaneo coro “Um-ti-ti, um-ti-ti” sulle tribune del Via del Mare. “Che serata! – ricorda il francese – Ho chiesto all’arbitro ‘stai sentendo? Lui mi ha detto ‘se lo ritieni opportuno sospendiamo la partita’. Non ci ho pensato due volte e gli ho detto ‘no, io voglio giocare, siamo qui per giocare una partita e non voglio fermarmi’. Abbiamo battuto la Lazio ed è stata la migliore risposta ai cori razzisti dei tifosi laziali”.
La visita a Lecce dell’amico Alexandre Lacazette è stata il primo rumor di mercato in vista dell’estate. Il Lione, guidato in attacco dalla stella Lacazette, dove Umtiti è cresciuto, vorrebbe ricomporre la coppia di Bleus (trio contando anche Tolisso, anch’egli mondiale nel 2018). Umtiti non nasconde il suo gradimento all’idea anche se al momento c’è solo la ricerca del successo finale con il Lecce. “Tempo fa è venuto il mio amico Lacazette e abbiamo pensato che sarebbe bello tornare a giocare insieme prima di finire la carriera”.
E qui la chiosa di Umtiti: “I miei amici possono aspettare, adesso nella mia testa c’è solo il Lecce e sono concentrato sulla salvezza”. Sì, Samuel. Porta i giallorossi alla salvezza e un’intera terra ti sarà riconoscente. Anche definendoti il miglior difensore centrale della storia mai visto con la casacca giallorossa a strisce.
