Il presidente oggi ha voluto anche approfondire la sua posizione in merito a fondi internazionali e magnati stranieri che iniziano a spopolare anche in Serie A

In un calcio sempre più in balia si flussi economici non sempre trasparenti, lineari ed onesti, c’è chi prova a proporre un’idea diversa cercando anche di fare chiarezza sulla “sponda opposta”. E’ il caso del Lecce di Saverio Sticchi Damiani, che spesso si è pronunciato sul tema innesti in proprietà ed oggi lo ha rifatto descrivendo la situazione legata a chi, come magnati stranieri e fondi esteri, è sempre più portato ad investire nel calcio europeo, dunque anche in Serie A.

Il presidente salentino ne ha parlato così: “Avere partner stranieri comporta due prezzi da pagare. Intanto spesso non si raggiungo risultati, la disponibilità non è garanzia di spendere bene quei soldi e quando vengono proprietà estere è capitato molto spesso così. Questo accade magari quando c’è il magnate. Poi c’è il fondo internazionale che investe perché vuole fare un utile, poi ti presenta il conto e magari porta alla vendita del club al primo offerente, quando meno la si aspetta è addirittura quando è dannoso, un giorno all’altro”.

Parlando di possibilità future, anche qui il numero 1 giallorosso ha le idee chiare: “Oggi a noi non serve un piccolo investitore, non serve al nostro club. Qualora invece ci fosse un investitore che possa portare migliorie in termini di qualità, non per forza estero, saremmo a disposizione per parlarne. Se arrivasse qualcuno che porti contributi in termini di strutture, stadio, progetti intorno allo stadio sarebbe benvenuto perché sarebbe un valore aggiunto. L’ingresso di un socio giusto per fare clamore non serve”.