L’ex capitano giallorosso passa allo Sporting dopo due anni e mezzo al Via del Mare che lo avevano reso la perfetta personificazione del nuovo corso di Via Costadura
Una cessione che si aspettavano un po’ tutti e non da una settimana, forse nemmeno dal 1° luglio ma probabilmente a cui ogni tifoso salentino si stava preparando dalla terza o quarta partita giocata da Morten Hjulmand con la maglia del Lecce. Che fosse un crack infatti il biondo venuto dal nord Europa via Austria ci ha messo poco o nulla a farlo capire, così che gli occhi di club italiani ed europei non erano tardati ad arrivare già al primo affaccio con la Serie A. Eppure, nonostante le naturali avvisaglie, è sempre difficile dire addio a chi tanto ha dato ai colori della propria città.
Da ieri sera il 24enne danese non è più un calciatore del Lecce, convinto dal club che più di tutti lo ha voluto nonché l’unico a proporre adeguate pecunie a Corvino and company, ovvero lo Sporting Lisbona. Un passaggio obbligato dopo due stagioni e mezza che lo hanno visto esplodere in giallorosso e fare innamorare in tanti. Anzi, azzardiamo: tutti.
Eppure alzi la mano chi, quando a gennaio 2021 il Lecce acquistò il biondo di Kastrup per una pur ridicola cifra che a bilancio “pesava” circa 200mila euro, non espresse pregiudizievole perplessità per l’aver puntato su un giovane proveniente da una squadra, l’Admira Wacker, fanalino di coda nella Bundesliga austriaca. Pregiudizio che, come spesso accade, si palesò presto essere fuorviante abbaglio. Perché il ragazzo di numeri per essere utile alla causa ne aveva eccome, ed il potenziale era di quelli importanti.
E li dimostrò già dai primissimi minuti giocati al Via del Mare che i tifosi hanno potuto ammirare solo in tv causa pandemia. Dentro al 67′ di un Lecce-Empoli con i suoi sotto 0-2 al cospetto della squadra più forte di quel campionato cadetto, il numero 42 cambiò partita e trend dei salentini in quell’annata. Così abbiamo descritto il suo approccio al giallorosso nelle nostre pagelle: “dal 67′ Hjulmand 7 – Sì, Morten! Il danese magari (anzi, sicuramente) non avrà il piede fatato di Taxi, ma dimostra di avere una mentalità e voglia di far vedere chi è lottando per la squadra secondo a nessuno. Schermo fondamentale per prevenire le ripartenze empolesi, da un suo grande intercetto nasce il gol del pari”.
E quelle qualità da insuperabile domatore/dominatore del centrocampo le dimostrerà senza soluzione di continuità nelle successive annate, annichilendo qualsiasi avversario, badando al sodo senza mai strafare, lottando ed inventando quando ne aveva la possibilità. Non un Pirlo e, come detto sopra, nemmeno forse un Tachtsidis in termini di lanci di 80 metri a tirar fuori il coniglio dal cilindro (ma anche su questo piano i progressi sono stati tangibili), bensì un centrocampista moderno, equilibratore e poi metronomo, di quelli così fondamentali nei centrocampo a tre di stampo europeo.
Quella sua stagione proseguirà con un inarrestabile crescendo che combacerà con quello del collettivo di Corini, discostandosi da quest’ultimo solo per l’esito di squadra non all’altezza e promozione fallita sul più bello, prima diretta poi tramite playoff. Lui non mancherà mai, così il nuovo Lecce di Baroni partirà ancora da lui. Il tecnico fiorentino resta ammaliato dalla gamba e dalla personalità di Hjulmand tanto da volerne fare centrocampista box-to-box, salvo rendersi conto già dopo le prime uscite ufficiali che forse le capacità di inserimento non sono quelle della mezzala e che, al contrario, le peculiarità da autoritario frangiflutti sono imprescindibili per il Lecce ed inarrivabili da qualsiasi centrocampista cadetto.
La promozione in Serie A arriva sì grazie ai gol di Coda e Strefezza così come dalla difesa meno battuta del campionato, ma in mezzo a fare da collante di una squadra troppo tosta e solida per non vincere il campionato c’è lui, che nel frattempo è diventato idolo delle folle (votato anche Pallone d’Oro Giallorosso 2022 dai nostri lettori) per quel cuore messo in ogni partita, in ogni singolo tackle che fa balzare in piedi gli spettatori nel frattempo tornati in curva e tribuna non meno di una rovesciata sotto l’incrocio. È questa la forza di Morten, il normalizzatore che fa comprende anche al più esteta che il calcio è così semplice e così complesso, così pieno di facce interconnesse a cui non si può rinunciare.
E, se c’è un elemento a cui non si può rinunciare per l’imminente Serie A nell’estate 2022, è proprio lui. Che resta, voglioso di far esultare ancora i tifosi salentini e di mettersi in mostra anche per prendersi certi palcoscenici che, giustamente, sente di meritare. Così dal San Paolo a San Siro, dall’Olimpico all’Allianz Stadium non sfigura mai, soffrendo a testa alta laddove non riesce a dominare. Sorprende senza mai montarsi la testa, spinto da quella cultura del lavoro che ha sempre messo in primo piano al pari dell’affetto per la gente del Salento in ogni intervista (QUI l’esclusiva in cui si raccontò ai nostri microfoni a 360°). Tutte caratteristiche fondamentali per la salvezza del Lecce (ancora una volta squadra coesa e solida, costruita attorno al suo perno), tutte caratteristiche che lo rendono simbolo di quest’era giallorossa.
Partito da zero o poco più per prendersi tutto ciò che poteva, sudando a testa bassa e battendosi con orgoglio e senso d’appartenenza. Peculiarità che lo hanno reso una scommessa vinta, tecnicamente ed economicamente. Ecco perché non si può non voler bene a Morten Hjulmand. Ecco perché, nello scrivere il resoconto della sua vita in giallorosso, non si può essere che felici e malinconici al medesimo tempo.
E basta cu stu hjulmand… A canzune bbu mentiti… Ormai se nda sciutu… Amen
In Europa….forza Sporting
Morten leccese ad onorem.. e soprattutto il primo Angale.
Grandissimo Morten!
Ciao il Salento ti ha accolto e voluto bene ti saluta grazie Capitano Morten Hjulmand ti auguriamo una splendida carriera piena di grandi soddisfazioni
Questo ragazzo deve giocare assolutissimamente spiace per gallo… dorku di un’altra categoria superiore in tutti i fronti
Ragazzi ma questo patrik dorku eccezionale…….
Il Lecce deve seguire queste politiche, d’accordo..scovare talenti da far diventare buoni od ottimi giocatori e poi cederli..ma ogni volta che uno di quei giocatori che vestono la maglja sulla pelle per i tifosi, come Morten, Coda , Lucioni, Umtiti, Barak ecc provo amarezza e dispiacere di non poterli piu’ vedere con la nostra casacca..forza Morten..ti auguro una grande carriera..la meriti per tecnica, impegno e serieta’..
Hai ragione Antonio ma il mio auspicio è che tra qualche anno la nostra società possa consolidarsi al punto tale che, giocatori tipo Morten, possano essere trattenuti in squadra e non necessariamente prendere il largo per le ovvie plusvalenze che giustamente, al momento, ci permettono di sopravvivere nel calcio che conta..
Grandiosooooooo grazieeeee
Un Morten Hjulmand è per sempre..
Morten al Lecce devi tanto e hai dato tanto. Non dimenticarci. A presto e buona fortuna.