PASSIONE ED INIZI. “Lecce è un posto magico ed il Lecce per me è il modo più intenso, bello e profondo per vivere la mia salentinità. La classifica? L’ho guardata, certo, ma sono molto realista e so quanto il calcio sia severo. Per una società che si deve salvare so che 7 punti sono belli, tuttavia non mi illudo nemmeno per un secondo che sia un campionato più sereno”.

PROGETTO. “Avere una squadra così giovane e tutta di proprietà è l’unico messaggio che possiamo far partire da una squadra del profondo sud che cerca di essere sostenibile, fare le cose per bene, reinvestire i proventi del calciomercato per cercare di consolidarsi non solo come squadra ma anche come strutture. E la cosa bella è che la gente ha capito che possiamo ad esempio reinvestire i soldi della cessione di Hjulmand per provare a costruire una squadra più forte”.

SCUDETTO. “Non è facile arrivare primi in un campionato Primavera contro squadre che hanno tutt’altra storia e risorse. Da lì parte il serbatoio importante dei prossimi anni e questo mi rende fiero”.

CORVINO. “Corvino è una persona di una modernità di pensiero straordinaria, anche se può sembrare un ossimoro. E’ un avanguardista, dietro ogni scelta ci sono visione e coraggio di scommettere. Krstovic? E’ bello che in ogni cross ci sia un ragazzo pronto all’appuntamento. Sono contento che abbia segnato anche in nazionale e spero sia l’ennesima intuizione di Pantaleo”.

CAPITANO, MISTER E TIFO. “Il modo in cui Strefezza, da capitano, nell’ultima partita con la Salernitana è andato in panchina per poi entrare in quel modo mi ha molto colpito. Il tecnico è allenatore da Lecce per voglia, preparazione, motivazione e voglia di fare le cose fatte bene. E’ un perfezionista, io voglio cercare di tutelare anche questa super partenza per non creare confusione e determinare una difficoltà in più per l’allenatore. Ha una rosa costruita per salvarsi e sarà difficile questo cammino. Poi io, dopo le giornate da dirigente, la sera sogno da tifoso, ed ho gli stessi sogni di ogni tifoso del Lecce”.