Nelle prime tre uscite di campionato, quelle prima della sosta, il Lecce aveva impressionato non solo per i punti raccolti, quanto soprattutto per il bel gioco messo sul rettangolo verde che gli aveva consentito di dominare gran parte dei match casalinghi e di sapersi imporre nell’attacco della porta avversaria anche nel secondo tempo di Firenze. Nella prima parte della stessa trasferta sulle rive dell’Arno, però, aveva palesato qualche preoccupante sbandamento a fronte del dominio viola. Ecco, un segnale subito spazzato via dalla bravura nel saper soffrire quasi per novanta minuti nella gara con il Monza.

All’U-Power Stadium i giallorossi si sono portati davanti dopo pochi istanti, trovandosi come rovescio della medaglia ad impostare immediatamente una gara consapevoli di dover fronteggiare una squadra avversaria necessitante di trovare il gol. Poi, una volta raddrizzata l’inerzia a cavallo dei due tempi complice, purtroppo, il pari di Colpani, la mazzata del rosso a Baschirotto che ha forzato il passaggio da gara di contenimento a gara di sofferenza pura. Certo, le parate di Falcone le 4-5 nitide palle-gol brianzole non sono mancate, cosa difficilmente evitabile vista l’importanza dell’elemento di cui si è stati ingiustamente privati nonché la caratura dell’avversario.

Ed il Lecce ne è uscito promosso. Per il punto conquistato ma anche per l’aver tenuto in piedi il filo di un discorso che ha portato a qualche confusa azione davanti alla porta giallorossa e poco più. Anzi, se Caldirola non avesse speso il secondo giallo su Piccoli, l’attaccante avrebbe potuto agevolmente aprire per l’accorrente Strefezza il quale, sulla destra, si sarebbe trovato con sul piede una sorta di rigore in movimento a tu per tu con Sorrentino. Gara sofferta sì, dunque, ma l’importante è stato uscirne a testa alta e dimostra che sì, il Lecce può fare anche questo.