Qual è stato il processo di avvicinamento del Napoli al match di domenica?
“Il Napoli ci arriva bene ma non benissimo. Con l’Udinese la prestazione c’è stata, ci sono stati anche dai passi indietro di Garcia su alcuni aspetti, la squadra è tornata a giocare un po’ di più il pallone con le certezze tecniche che ne conseguono. D’altro canto c’è però la necessità di trovare conferme a Lecce, perché il Napoli è partito male e ad oggi non ha avuto la continuità necessaria. Certo, c’è stata qualche polemica di troppo anche perché la classifica è corta”.
Quali sono punti deboli e di forza del collettivo di Garcia?
“I punti di forza sono sostanzialmente quelli dello scorso anno. E’ una squadra che palleggia bene, gioca nello stretto e sa muoversi tanto e bene sfruttando l’alto tasso tecnico di cui gode. E conclude, visto che quest’anno non è mai andata sotto i dodici tiri totali a partita. I punti deboli dipendono fondamentalmente tutti dalle incognite che l’arrivo di un nuovo allenatore si porta dietro. Garcia punta molto sulla verticalità ed è disposto a lasciare più possesso agli avversari, così a volte le parti erano troppo staccate. I giocatori devono ambientarsi meglio con i nuovi concetti”.
Sta destando scalpore il caso Osimhen: come pensi possa evolversi la vicenda?
“E’ una situazione abbastanza assurda. A molti è sembrata un vero pretesto da parte del procuratore per cercare un punto di rottura complice il tema rinnovo in atto. Anche perché le dinamiche dietro la scelta del contenuto da parte del social media manager sono quelle che accomunano un po’ tutte le squadre. Certo, sarà stata anche una leggerezza visto il nervosismo post Bologna. Osimhen ha comunque dimostrato di essere concentrato in campo, giocando la sua partita con l’Udinese. Il nigeriano è un patrimonio per gli Azzurri, speriamo la situazione rinnovo si evolva per il meglio”.
Come vedi il ruolo dell’ex salentino Meluso nel club azzurro?
“E’ fondamentalmente il ruolo di un uomo ombra. Arrivato quasi in corsa, il suo vero primo mercato sarà soprattutto quello della prossima estate ed intanto sta iniziando a programmare il futuro facendo leva sull’esperienza che vanta. Sa indovinare i giocatori, è una persona quadrata e parla il giusto, sintomo di un dirigente che lavora, com’era per Giuntoli”.
Che opinione hai del Lecce di Roberto D’Aversa?
“Non me lo aspettavo così propositivo e convinto per quanto riguarda la manovra offensiva. Mi piace molto, in particolare il terzetto offensivo. Propone calcio, cosa non scontata se devi lottare per non retrocedere, ed ha elementi come Krstovic ed Almqvist potenziali top player. D’Aversa è in una fase di riscatto, un po’ come Di Francesco a Frosinone. Il pericolo dei giallorossi è quello di esasperare il giochismo e non concludere, come avvenuto con la Juve. Se riesce ad ovviare a questa problematica potrebbe davvero ambire alla parte sinistra della classifica”.
Come dovrebbero scendere in campo i campani contro i giallorossi?
“Rispetto a Spalletti Garcia è sicuramente più avvezzo al turnover, poi è inutile dire che gli azzurri penseranno anche alla successiva gara con il Real Madrid. Con Meret ci saranno sicuramente Ostigaard e Natan, viste le assenze al centro della difesa. Delle rotazione potrebbero esserci tra centrocampo e attacco, non per forza come avvicendamenti dall’inizio ma anche come minor minutaggio. Così sulle fasce difensive potrebbero esserci Di Lorenzo e Olivera, a centrocampo possibili conferme per Anguissa, Lobotka e Zielinski anche se non mi sorprenderei dell’inserimento di Cajuste. In avanti possibile inserimento di Lindstrom per Politano, molto più difficile che Garcia rinunci invece ad Osimhen e Kvaratskhelia”.
