L’olandese, dopo la rescissione con il Lecce, è tornato in Eredivisie al Den Haag, ma non c’è ancora continuità d’impiego. Parabola discendente per il 24enne, arrivato due estati fa con tante aspettative.
Fu il secondo acquisto (dopo il caso-Chiricò) dell’estate del 2018, quella dell’entusiasmo recuperato dopo gli anni d’inferno della Serie C. Thom Haye, giunto all’epoca dal Willem II, era il simbolo della rinascita del Lecce, uscito dalla terza serie nazionale e che accoglieva, per affrontare la B, un atleta proveniente da un massimo campionato europeo con esperienze in Europa League vissute con l’AZ Alkmaar.
Due anni dopo, il destino di Haye si è rivelato beffardo. 13 presenze nello scorso campionato di B per totali 282′ e pochi, pochissimi, segnali positivi dati da una tecnica fuori dal comune mixata però con un passo troppo lento e leggero per i ritmi visti l’anno scorso. Un paio di buone prestazioni (a Venezia su tutte), ma, in più, la difficoltà a trovare una collocazione tattica nel 4-3-1-2 liveraniano ha rallentato la sua ascesa italiana.
In estate, con la promozione in Serie A, è finito sul mercato dopo il ritiro di Santa Cristina. Nessuna trattativa ha preso il volo e, il 2 settembre, è arrivata la rescissione del contratto. Pochi giorno dopo, c’è stata la firma con il Den Haag, club di Eredivisie.
Con i gialloverdi però le presenze finora sono solo 4 e tutte per spezzoni di gara. Il 4-3-3 disegnato dal tecnico Groenendijk non ha ancora previsto Haye nell’undici titolare: le gerarchie in mediana sembrano definite e nel ruolo di play, unico dove l’ex Lecce si può disimpegnare in quel modulo, c’è ora la leadership di Malone.
Non è riuscito, finora, il passo in più a un elemento che nel biennio 2015-2016 era dipinto come uno dei talenti più cristallini della nazionale under 21 olandese.
[…] Non funziona la cura casalinga: ancora discontinuità per l’ex Haye (LEGGI QUI) […]