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Moriero a CL: “Rimpiango più non aver portato il Lecce in B da tecnico che lo scudetto perso con l’Inter

L’ex calciatore ed allenatore del Lecce, ospite nella nostra diretta di martedì sera, ha ricordato la sua esperienza non propriamente indimenticabile sulla panchina giallorossa. Rivelando più di un retroscena.

PRESUPPOSTI. Il discorso parte da lontano. Non parlo molto di quest’esperienza, la porto con me. Chi mi conosce sa che sono così, il Lecce non si tocca. Io sono disponibile ed esalto sempre la mia città. Venivo da un campionato vinto a Crotone, feci un’esperienza positiva a Frosinone dove solo Stellone mi batté toccando la A. Poi la vita da allenatore è particolare, alcuni presidenti devono fare pace col cervello perché di certo il tecnico non va in campo e vince le partite, lo dico senza riferimenti diretti ma è un dato di fatto. Se ad inizio stagione si parla di lanciare dei ragazzi e poi ci si lamenta di due partite perse, qualcosa non torna”.

AMBIENTE. “Era un momento particolare per Lecce, si cercava di costruire anche se molti giornalisti remarono contro l’arrivo di Moriero al Lecce. Si dovrebbero vergognare per il trattamento riservatomi e riservato a Sandro Morello, due uomini che hanno fatto la storia del Lecce. Non va dimenticato inoltre che non abbiamo mai giocato con la Curva Nord piena. Il mercoledì venivano i miei ex capi ultrà ad incitarmi, lo ricordo benissimo”.

MERCATO E CAMPIONATO. “Con Antonio Tesoro facemmo un ottimo mercato, io non riuscii a usare dei calciatori. Papini non l’ho avuto, Perucchini non l’ho avuto, Miccoli era a mezzo servizio, Rullo doveva giocare tutte le partite anche se non era al top. I calciatori presi poi, una volta andati in forma, hanno fatto un bel campionato. Ricordo che la sfortuna fece la sua parte, perché ad esempio a Salerno dovevamo vincere 10-0 nel primo tempo. Abbiamo perso quelle quattro partite ed è stata una pugnalata al cuore che comunque ho accettato. Il rammarico è quello, volevo riportare entusiasmo a Lecce, volevo andare in B. Volevo tornare da allenatore e ricompattare una piazza un po’ depressa. Io col Carpi ho pianto con le famiglie. Accettai Lecce proprio per quelle immagini che volevo cancellare portando qualcosa diverso, non personalmente, ma per il Lecce”.

FASCIA DI CAPITANO. “Sono state dette tante cose contro Giacomazzi, in relazione a una vicenda che sarebbe avvenuta in ritiro. Nulla è vero. Non c’è stato mai nessun litigio, con Giaco ci vogliamo un gran bene. Sono state dette tante cavolate”.

STICCHI DAMIANI. “Conosco bene il presidente, era lui che da avvocato mi faceva i contratti quando giocavo a Lecce. Inoltre assieme a Rico Semeraro veniva spesso a vedere le mie partite ai tempi di Milano”.

FUTURO E RIMPIANTI. “Un allenatore deve accettare e avere la forza di rialzarsi. Tutti possono essere bravi a parlare, anche chi di calcio non ne capisce nulla. Io sono giovane e avrò modo di risollevarmi. Di certo c’è che non mollo. Resta il rammarico forte di non aver potuto dare il mio apporto al Lecce da allenatore. Un rammarico ancor più forte dello scudetto perso quando ero all’Inter”.

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