L’analisi dei dati relativi agli ingressi a gara in corso ed ai chilometri percorsi dice che per i giallorossi le sostituzioni sono state fondamentali. Il passaggio dalle 3 alle 5 potrebbe, però, ridurre la forbice del vantaggio avuto ad oggi rispetto alle altre squadre.

In casa Lecce e, più in generale, nel contesto della Serie A, a tenere banco in questi giorni è, tra i veri temi, quello relativo alla novità delle cinque sostituzioni. Una rivoluzione se paragonata al passato della storia del massimo campionato italiano. Una necessità se si pensa alla mole di match ravvicinati che le squadre saranno chiamate a disputare dopo il lungo fermo obbligato.

Un tema che abbiamo già trattato, e che oggi La Gazzetta dello Sport ha approfondito con l’ausilio di dati interessanti, alcuni dei quali da noi già riportati, per capire meglio chi può davvero trarre vantaggio dalla novità. Numeri eloquenti circa il come, nelle giornate fino allo stop, il Lecce abbia avuto un apporto importantissimo da chi è entrato dalla panchina.

La classifica delle marcature giunte dai subentrati parla chiaro: per i giallorossi ben 7 reti su 34 sono arrivate dalla panchina. Il primo è stato Mancosu all’Olimpico Grande Torino, poi Falco, nella punizione-gol al Sassuolo. E ancora La Mantia in casa della Lazio e poi via fino agli ultimi con il duo Falco-Tabanelli al Genoa, Farias col Bologna la punizione vincente di Mancosu al San Paolo di Napoli. Sette segnature che danno al Lecce la quarta piazza nella speciale graduatoria di gol panchinari. Solo Atalanta (addirittura 14), Verona e Parma hanno fatto meglio.

Ancor più emblematico il dato inerente il minutaggio dei panchinari. I giallorossi hanno sommato nel complesso 1818 minuti da chi non ha iniziato la gara come titolare. Segno che Liverani ha spesso fatto ricorso alle sostituzioni ben prima che per giocarsi le ultime risorse nei minuti conclusivi dei match. Le uniche squadre che hanno sfruttato i subentrati per più tempo sono state Juventus (1938) e Sampdoria (1831).

Forze fresche, dunque. Quelle necessarie sì per cercare l’assalto finale, o per proteggere un risultato. Ma soprattutto quelle necessarie per far rifiatare chi ha corso avanti e indietro per un’intera partita. E mister Liverani è uno di quei tecnici che i suoi ragazzi li spreme parecchio, e ciò si evince chiaramente dalla quantità di chilometri percorsi dai calciatori del Lecce nelle prime 26 gare disputate: 109.815. Numeri importanti che permettono ai giallorossi di mettere tutti in fila, fatta eccezione per l’Inter di Antonio Conte, che ne ha percorsi 3mila in più.

Facendo un resoconto di quanto sopra analizzato, una cosa è più che certa: al Lecce le sostituzioni sono più che necessarie. E, soprattutto, il tecnico Liverani ha saputo, negli scorsi mesi, come trarre il meglio da esse. Come mai allora lo stesso allenatore, ma anche Meluso, Sticchi Damiani&co insistono nel sottolineare che la nuova norma dei 5 cambi non avvantaggerà i giallorossi, anzi li penalizzerà?

No, mister Liverani non è per nulla impazzito. Non è infatti detto che all’aumentare delle sostituzioni a disposizione cresca il beneficio che un collettivo può trarre da esse, o quantomeno non è detto che vi sia un rapporto di proporzionalità tra le due variabili. Anzi, dando uno sguardo agli elementi sopra citati la sensazione è che il Lecce abbia già ottimizzato al massimo delle sue possibilità il plus apportato dagli ingressi a gara in corso. Viene da sé che, con 2 cambi in più, possano essere squadre con rose più ampie a poter godere di un incremento del benefit maggiore.

Termini più economici che calcistici, ne siamo consapevoli. Ma quel che è certo è che gli addetti ai lavori in casa Lecce sanno bene a cosa andranno incontro, e le difficoltà che ne deriveranno. Ancora una volta starà al tecnico fare un “miracolo”, cercando di andare oltre l’ostacolo per scavalcare chi, almeno sulla carta, ha a disposizione risorse seppur di poco ma comunque maggiori delle sue.