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Perdere con la Juve per errori individuali fa male. I limiti tecnici non possono più essere un alibi

Anche con la squadra più forte d’Italia decisive alcune topiche clamorose, le quali hanno vanificato la pur positiva prestazione del Lecce. Ora si arriva al punto di non ritorno, dove sbagliare così tanto non può più essere consentito.

Uscire dallo Juventus Stadium con un netto ko ci sta, per non dire che l’esito finale del match praticamente scontato. Eppure c’è più di un semplice amaro in bocca in casa Lecce, e non certamente solo per l’entità di una sconfitta. Quanto perché ancora una volta una serie di errori individuali, isolati quanto decisivi, hanno compromesso tutto. Hanno buttato all’aria un approccio sul campo più difficile d’Italia che aveva rasentato la perfezione.

Prima della sliding door Lucioni ci aveva provato Vera, in un paio di occasioni, a lanciare in porta gli avversari. L’unico scusato, il colombiano: non doveva essere lì, in campo, ma quando rischi di non arrivare ad undici si è ritrovato necessario schierarlo. Poi, appunto, lo strafalcione Lucioni: un inciampo che nemmeno nel calcetto tra amici e un Lecce perfetto ritrovatosi in dieci al cospetto dell’armata bianconera.

Nella porzione di primo tempo in inferiorità, “solo” un altro aiutino giallorosso con Rispoli che resta immobile consentendo a Ronaldo di colpire da solo, ma il portoghese grazia. Dopo l’intervallo il Lecce sembra resistere, ma Shakhov non ci sta. Troppo pulita e precisa la gara dell’ucraino, che inventa un tocco orizzontale di esterno a lanciare Dybala che la sblocca. A chiudere, la doppia prodezza di Rossettini, che prima abbatte evitabilmente Ronaldo e poi accompagna in gol De Ligt. Il tris di Higuain è l’unica azione tutta bianconera del match. Chissà se senza queste topiche i troppo spesso compassati ragazzi di Sarri l’avrebbero mai sbloccata.

Ma torniamo al punto. Tante volte è stato detto che i limiti tecnici non sarebbero allenabili. Troppe volte, tanto che forse Lucioni e compagni si sono convinti che buttarsela dentro 2-3 volte a partita è quasi un obbligo. Beh, che lo sappiano: non è vero. Di vero c’è che senza errori ogni partita finirebbe 0-0, anche forse gli scontri tra big. Ma ci sono errori ed errori.

Passino le imperfezioni, sappiamo tutti che il Lecce non è una squadra di fenomeni, se mai ce ne fossero di collettivi perfetti in Serie A. Ma non è nemmeno una squadra di Serie C, capace di essere protagonista assoluta nella stragrande maggioranza delle reti subite, giunte troppo spesso per proprio demerito che per altrui merito. Tolte un paio di giocate di Ilicic-Zapata ed il gol di ieri di Higuain, il resto dei gol subiti dai giallorossi nelle ultime quattro gare hanno avuto gli stessi giocatori di Liverani assoluti protagonisti in negativo.

Il passato è passato, ma questa storia dei limiti, degli errori difficili da evitare sta assumendo un po’ troppo i connotati dell’alibi. Ok, il calendario di metà girone del Lecce prestava troppo il fianco a questa lettura. Dai e dai, con la Juve (per dirne una) è difficile difendersi perfettamente per 90 minuti. E va bene. Ma questo concetto di inevitabilità i calciatori giallorossi devono toglierselo dalla testa prima di subito, prima di arrivare alla Samp. Prima che sia troppo tardi, insomma.

“La ricetta ce l’hai tu?”, direbbero. No, io non posso far altro che analizzare, e le situazioni lampanti sono certamente le più facili. A scavare in profondità ci penserà chi di dovere, ma il calcio a volte è talmente facile che anche un addetto ai lavori di second’ordine riuscirebbe a dare le chiavi di lettura  più semplici, più scontate.

Lavoro in settimana, grinta e attenzione in campo. Scontato? Semplice? Più che altro fondamentale. Guardate Donati, guardate Paz, guardate lo stesso Petriccione. Ieri per loro minuti infiniti di sofferenza. Ma ne sono usciti a testa alta, senza buttarsela dentro. Questo perché sono stati sempre sul pezzo, sempre pronti a spaccare metaforicamente tutto. Ieri e toccato a loro, si spera che più avanti il numero possa essere sempre più vicino alla completezza degli effettivi in campo.

Non è impossibile. Se poi sarà Serie B perché agli altri sono uscite giocate che a noi non riescono, andrà bene così. Ma prima lasciamo tutto sul rettangolo verde ed in allenamento. Perché giocare sbagliando meno è possibile, decisamente.

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Giannii
Giannii
3 anni fa

Giustissimo

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