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Corvino torna al Franchi da avversario della Fiorentina dopo l’addio

Domenica pomeriggio, il responsabile dell’area tecnica sarà avversario dei viola nell’ex impianto di casa a tre anni dal burrascoso divorzio

Le scorie di una fine non proprio tranquilla non potranno mai declassare le emozioni e quanto di buono fatto da Pantaleo Corvino alla Fiorentina. Il capoluogo toscano ha ospitato il punto più alto della lunghissima carriera del direttore sportivo partito dai polverosi campi della provincia di Lecce. Dopo l’affermazione nella massima serie grazie alle scoperte che hanno fatto la fortuna dei giallorossi della famiglia Semeraro, Corvino ha firmato nel 2005 con la Fiorentina. Da quell’anno, sino al 2012, i talenti valorizzati sono stati tanti, con risultati sportivi al pari entusiasmanti. Colpi e valorizzazioni come Stevan Jovetic, Nikola Kalinic Luca Toni, hanno portato a due quarti posti (più uno annullato da Calciopoli) e serate di Champions League vissute da protagonista all’Artemio Franchi, anche con qualche rimpianto, come nell’eliminazione nel doppio confronto col Bayern Monaco nel 2010.

Nel 2012, Corvino chiuse la prima parentesi con la Fiorentina. Quattro anni dopo, messa a curriculum anche la promozione in A con il Bologna, Corvino accettò la seconda offerta della famiglia Della Valle per cercare di dare sostenibilità economica al club. Partiamo dalla fine dell’ultima esperienza professionale del Corvo a Firenze. La storia, come noto, è finita nel peggiore dei modi. Corvino è finito ai ferri corti con Joe Barone, uomo di fiducia del patron Rocco Commisso. Il salentino aveva ancora un anno di contratto come d.s. dei viola e tre come responsabile del settore giovanile. Le divergenze sulla buonuscita, pattuita per molto meno rispetto alle richieste, hanno chiuso nel peggiore dei modi la liaison.

Il dirigente, anche in sede di accordi finali, era convinto di aver allestito un gruppo “di livello medio alto”. In più, a parziale giustificazione del finale (quasi) choc, interveniva la giovane età della squadra. Le responsabilità del fallimento stagionale della Fiorentina, probabilmente, Corvino non le faceva del tutto proprie. Ma accusare solo lui è ingeneroso, anche se rispetto alla prima esperienza c’è stato un calo.

Sarebbe facile parlare oggi di un fallimento totale, ma bisogna ricordare anzitutto che il Corvino-Firenze bis rispose all’obiettivo di abbassare il monte ingaggi. Risultato centrato: la voce stipendi della Fiorentina 2018/2019 registrava 36 milioni di euro contro i 50 del pre-ritorno di Corvino. L’abbassamento, ovviamente, si è fatto risentire sul campo, ma le ultime grandi plusvalenze viola, Vlahovic e Chiesa, hanno ripagato il lavoro economico. Certo, ci sono stati anche investimenti non redditizi (Milic, Vitor Hugo, Toledo, Lafont, Benassi), ma le cifre di alcune operazioni in uscita, sempre tornando all’obiettivo posto inizialmente dai Della Valle, parlano chiaro. Bernardeschi venduto a 40 milioni (39,8 di plusvalenza), Vecino 24 (23,6), Jovetic 26 (22), Marcos Alonso 24 (22,1) sono state le trattative più sostanziose chiuse dal Corvino-viola bis.

Sul divorzio del 2019, Corvino chiarì in un’intervista: “Quando è arrivato Commisso era giusto che lasciassi. Io ho vissuto con la famiglia Della Valle che mi ha accompagnato tanti anni nella Fiorentina e rimanere nella stessa città e società con un’altra proprietà non mi sembrava opportuno anche se avevo ancora tre anni di contratto. Ed ho preferito lasciare io e non essere mandato via, non mi sembrava giusto”.

Prima del derby del cuore dell’andata, Corvino ha parlato di tanti aspetti del suo lungo trascorso fiorentino in una chiacchierata a Radio Firenze Viola dove ha rivissuto la scommessa Toni, ampiamente vinta con la Scarpa d’Oro dal Campione del mondo 2006, per poi tornare ancora sull’addio: “Sono stato dieci anni a Firenze e mi sono sempre sentito orgoglioso. Ognuno la storia può raccontarla secondo il proprio punto di vista ma senza alterare la verità. A me nessuno mi ha cacciato da Firenze. Quando ho saputo del cambio di proprietà ho parlato con Barone dicendo che non era giusto restare visto che ero visto come uomo di un’altra proprietà. Ovviamente un addio comporta una trattativa, non ho preso tutto quello che dovevo ma era giusto così. Da libero potevo andare in club medio alti ma ho preferito ridare qualcosa al mio territorio e chiudere la carriera qua. Questo è il mio ultimo volo e spero di rimanere nell’Olimpo, viste le 600 partite in A. A quota mille? Mi sento un cavallo di razza e quelli muoiono sempre in pista”.

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Pugliese fiorentino
Pugliese fiorentino
1 anno fa

Marcos Alonso lo ha portato a Firenze Pradè.

Pugliese fiorentino
Pugliese fiorentino
1 anno fa

Vecino lo ha portato a Firenze Pradè.

marcoantonio
marcoantonio
1 anno fa

A Firenze quando se ne è andato aveva un attacco con Muriel Simeone e Vlahovic un centrocampo con Veretout una difesa com Milenkovic Pezzella Biraghi Dargowski. questo per dire il livello altissimo interdependente dai risultati poi ottenuti che in quelle stagioni fu influenzata da altri fattori.

Damiano
Damiano
1 anno fa

Pantaleo, un Mito.. 🔝🔝🔝

petermay
petermay
1 anno fa

Grande PANTALEO!!!
FATTI, non chiacchiere…

Vitantonio
Vitantonio
1 anno fa

tRINCHERA torna da ex al Copertino?😂😂

Pippone
Pippone
1 anno fa
Reply to  Vitantonio

vota Vitantonio, Vitantonio Vitantonio la trippaaaaaaaaa

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