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Il quarto d’ora…giallorosso contro il Torino

Con la rete di Piccoli all'Udinese sono 6 le reti del Lecce nell'ultima porzione di gara

Una sorta di quarto d’ora granata…contro il Torino. Il Lecce si presenterà alla sfida contro la squadra di Juric, alla ricerca di riscatto dopo le sconfitte contro Juventus e Inter, con quattro punti di vantaggio sul Toro in emergenza difensiva e scosso dal grave infortunio di Schuurs: l’olandese avrebbe già finito la sua stagione.

I giallorossi ieri hanno toccato quota 6 gol nell’ultimo quarto d’ora su 10 segnature totali. Il gruppo allenato da Roberto D’Aversa non molla mai e l’allenatore pescarese pesca spesso bene nei cinque cambi a disposizione. La zampata all’83’ di Piccoli contro l’Udinese ha allungato una lista in cui si era a quota due già al debutto: Almqvist e Di Francesco hanno ribaltando in due minuti la Lazio. Alla prima trasferta, in quel di Firenze, Krstovic ha segnato per la prima volta in Italia al minuto 75’. Strefezza ha messo in ghiaccio il 2-0 di Lecce-Salernitana nei minuti di recupero e, prima di ieri, il gol di Oudin ha piegato la resistenza del Genoa ancora all’83’.

Il Torino, dal canto suo, ha subito due gol nel finale, in situazioni già di svantaggio contro la Lazio (Zaccagni al 75’) e Inter (Calhanoglu al 95’). In attacco, i granata hanno segnato solo due volte nell’ultimo quarto d’ora cambiando il decorso delle gare: contro il Genoa al 94’ giunse la perla di Radonjic e Zapata, in casa della Roma, ha agguantato il pareggio al 95’.

I corsi e ricorsi storici ci dicono quindi che il Torino deve stare attento al quarto d’ora finale del Lecce. Proprio il Torino, squadra nota nell’epica del calcio anche per il celebre “quarto d’ora granata”. Durante il Dopoguerra, mentre il Torino era la squadra degli Invincibili che faceva sognare un paese in ripartenza dopo il conflitto, al Filadelfia nasceva la leggenda. Il quarto d’ora granata è il momento in cui ciò che ciò che sembrava impossibile si realizza, in cui un ostacolo che pareva insormontabile viene aggirato e scalzato e superato a colpi di tenacia e perseveranza.

Ogni volta che il Grande Torino giocava una partita in casa i tifosi erano febbricitanti all’idea di ciò cui avrebbero avuto la ventura di assistere superato un certo minutaggio. Poteva essere a metà del primo tempo così come a pochi minuti dalla fine del secondo. Poteva essere a un passo dall’intervallo così come subito dopo il calcio d’inizio. Al pubblico non importava e il team degli Invincibili questo lo sapeva molto bene. Lo squillo di tromba di Oreste Bormida, ferroviere, capostazione di Porta Nuova, e storico tifoso del Torino, soffiava con forza nell’imboccatura e, mentre Valentino Mazzola s’alzava le maniche della casacca in lanetta, partiva la magia.

 

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Luana
Luana
6 mesi fa

Quindi la redazione non accetta il mio commento ma quello indicato si?

Luana
Luana
6 mesi fa
Reply to  Luana

Mah…

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