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Liverani, c’eravamo tanto amati: la doppia impresa, il tris mancato e l’esonero improvviso

Domani, il Lecce sarà opposto al tecnico romano, guida nella prima (e doppia) promozione dell'era Sticchi Damiani

Neanche la fine più triste e controversa cancella un lungo legame intenso. Fabio Liverani ha lasciato il Lecce dopo la retrocessione del campionato di Serie A inframezzato dal Covid con tanto di cambio di regole che, fisiologicamente, hanno penalizzato la squadra all’epoca costruita da Mauro Meluso. L’arrivo di Pantaleo Corvino, però, non ha mai generato una collaborazione tra i due. L’oggi responsabile dell’area tecnica si adoperò subito per prolungare l’accordo con Liverani, adeguando l’ingaggio ad un campionato di Serie B con ristrettezze economiche, ma il troppo temporeggiare del tecnico indusse area tecnica e società all’improvviso esonero del pomeriggio del 19 agosto 2020. Dalle gioie si passò al botta e risposta a mezzo note (qui quella di Liverani) con rammarico anche da parte del presidente Saverio Sticchi Damiani.  Il prosieguo di carriera è noto. Al Parma, dove subentrò e poi venne sostituito da Roberto D’Aversa, ci fu pochissimo tempo per proporre il suo gioco offensivo frizzante, mentre a Cagliari, in B, il tecnico restò impantanato a metà classifica in un torneo dove poi Ranieri riportò i sardi in A vincendo i playoff.

Liverani ha scritto la storia del Lecce ponendo la parola fine alla permanenza in Lega Pro. Dopo la storica salvezza in Serie B da subentrato con la Ternana, il suo profilo balzò all’occhio del Lecce per la sostituzione del dimissionario Rizzo. Dopo una partita gestita dal traghettatore Maragliulo, Liverani mise subito in campo il suo 4-3-1-2 puntando decisamente al primo posto nonostante la concorrenza del Catania. 14 vittorie (a partire dall’1-3 dell’esordio a Catanzaro) e 6 pareggi in 20 partite segnarono decisamente la forza del Lecce. In Primavera, la paura però fu tanta. Rimonta subita in casa con la Fidelis Andria, sconfitta a Caserta e pari interno con il Siracusa. Liverani e il Lecce fecero quadrato nel ritiro di Roma e, tornati nel Salento, sferrarono il colpo-promozione spinto anche dal calo del Catania: vittoria sporca a Reggio Calabria e doppio successo con Racing Fondi e Paganese (1-0, Armellino) per aprire le porte della Serie B in una città che riesplose di gioia e passione per la sua beneamata squadra.

In Serie B, Liverani portò dei suoi alfieri sin dai tempi di Terni (Meccariello, Petriccione e Palombi più Coppola già vice allenatore) più le sicurezze La Mantia, Falco, Lucioni e Calderoni. Il Lecce approcciò con umiltà e non tanto tacita consapevolezza di essere una squadra ben costruita. La prima vittoria cadetta arrivò alla 4° (al Via del Mare col Venezia) e al termine del girone d’andata i giallorossi chiusero al quinto posto, in piena zona playoff. Gli sforzi operati dalla società a gennaio, su tutti l’arrivo del regista Tachtsidis (più Majer per sostituire l’infortunato Scavone), spinsero il Lecce a una striscia di otto vittorie consecutive in casa. Dietro al cannoniere La Mantia (17 gol), Mancosu, reso formidabile sulla trequarti da Liverani, fu imprescindibile al di là delle 13 segnature. Dopo la 30° (2-0 al Pescara), Liverani toccò il secondo posto e non lo lasciò più. Il punto di non ritorno, la vera partita promozione, fu l‘1-0 rifilato al Brescia con gol di Tabanelli seguito allo spavento per l’occasione sciupata da Torregrossa. L’11 maggio 2019 lo Spezia si arrese al Via del Mare e il Lecce, incredibilmente, ritornò a festeggiare il doppio salto C-A e Fabio Liverani ripeté quanto fatto da Gian Piero Ventura.

A differenza dell’ex tecnico della Nazionale, Liverani e gli attori protagonisti di quel Lecce restarono anche nella massima Serie A. Il tecnico, di concerto con il direttore sportivo, cercò di riproporre anche in A il suo calcio offensivo che espose a rischi la difesa (85 gol incassati in campionato). I giallorossi vinsero solo in trasferta nel girone d’andata (Torino, Spal e Fiorentina) e il calciomercato di gennaio, dove Liverani ricevette più sostanza e qualità soprattutto in mediana con Barak, Deiola e Saponara, sembrava far svoltare la stagione. Il Lecce tornò a vincere in A dopo quasi 8 anni proprio contro il Toro al ritorno (4-0) ma le scoppole subite con Roma e Atalanta furono poco rispetto alle difficoltà che la ripresa del campionato dopo il lockdown Liverani e suoi ragazzi dovettero affrontare. Tre vittorie nella fase estiva del torneo (Lazio non bastarono a mettersi alle spalle il Genoa diretto avversario. La sconfitta di Marassi con il tiro beffardo di Jagiello e il rigore sparato in aria da Mancosu segnò irrimediabilmente un destino già compromesso dai punti persi a Cagliari (erroraccio di Babacar) e Sampdoria (mancata espulsione di Bonazzoli per calcione a Donati).

L’importanza del match tra la Salernitana di Fabio Liverani, tornato in A per tentare di salvare il salvabile ad una formazione partita con ben altre ambizioni, e il primo Lecce di Luca Gotti rimetterà di fronte all’improvviso, quasi inaspettatamente, il tecnico al suo più grande successo raggiunto nella carriera di allenatore. Lo strappo finale ha sì macchiato un legame duraturo e quasi sempre vincente, ma i risultati resteranno per sempre scritti negli almanacchi.

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Erpiu
Erpiu
1 mese fa

Chi troppo vuole nulla stringe. Stava bene a Lecce, ed il suo Lecce a me piaceva molto. Peccato. Ma ricordiamo sempre che è stato il mister che ci ha tirato fuori dall inferno della Lega Pro. E per questo merita sempre rispetto e stima da parte nostra

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1 mese fa

Lui scelse Parma altro che esonero

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