Piccola coda polemica di Lecce-Verona 0-1. Al 60′ un presunto fallo di mano di Kumbulla sul tiro di Shakhov ha fatto protestare i padroni di casa. Sacchi, arbitro della gara, non ha fatto ricorso al VAR. Analizziamo l’episodio…

Non si sposta assolutamente l’attenzione dal focus della gara, dove il Verona ha ampiamente meritato il successo per quanto prodotto, tanto nel primo tempo, e per la strategia messa in atto nella ripresa con un Lecce più in palla. Detto questo, analizziamo l’episodio che ha portato a molte proteste.

REGOLA. Prima di entrare nel vivo ricordiamo la regola, revisionata recentemente, sul fallo di mano applicata in Serie A: “Sarà considerato fallo di mano al verificarsi di una di queste condizioni : 1) Tocco volontario 2) Posizione innaturale, anche se involontaria, quando il braccio è in linea con le spalle, o sopra le spalle, o lontano dal corpo. A prescindere dalla distanza tra chi tira e chi colpisce di mano. Unica eccezione avviene nel caso in cui chi calcia il pallone colpisca la sua stessa mano, in quel caso non è fallo”.

FATTO E LETTURA. Nel secondo tempo, come riportato nell’estratto degli highlights in fondo all’articolo, il Lecce ha protestato per un presunto fallo di mano di Kumbulla sul tiro di Shakhov. La dinamica, veloce e ravvicinata, non consente una veloce valutazione dell’episodio. Il direttore di gara Juan Luca Sacchi è stato perentorio nel giudizio: niente rigore. Scorrendo la regola, e rivedendo il movimento del braccio del giovane difensore albanese, intento a portarlo dietro le spalle, si può dire che il fischietto maceratese ha ritenuto naturale la posizione di Kumbulla. Valutazione condivisa dagli addetti al VAR che non hanno sollecitato l’intervento.

NO SEQUEL. La dinamica veloce e particolare, con il tiro in caduta dell’ucraino e l’impatto, ravvicinato, con il braccio del numero 24 di Juric crea qualche dubbio, anche se l’interpretazione adottata da Sacchi sembra ora chiara. Non ci sono stati strascichi polemici nello spogliatoio e neanche in sede di conferenza stampa si è parlato dell’episodio. Ciò non toglie che qualche dubbio rimane ancora.

ALL’OLIMPICO. Nel pomeriggio di ieri c’è stato un caso simile nel derby Lazio-Roma finito 1-1 (vedi qui le immagini). Il vantaggio romanista è arrivato a seguito di un tocco di mano in area di Milinkovic-Savic su Edin Dzeko (screenshot riportato a sinistra).

E’ ovvio confrontare gli episodi, ma si evidenzia subito una diversa posizione dell’arto di Milinkovic-Savic rispetto a Kumbulla ieri sera. Il laziale allarga il gomito e l’avambraccio, mentre tocca il pallone, è perpendicolare al terreno. Posizione innaturale del corpo e braccia lontane dal corpo ai sensi della regola, indipendentemente dalla distanza. Nulla da eccepire sulla natura di rigore solare decretato da Guida.

Se dovessimo sbilanciarsi su un sommario giudizio, visti anche i commenti che proliferano sull’episodio del Via del Mare, l’unico concetto condiviso da tutti è la più facile lettura del penalty per la Roma rispetto a quello non assegnato al Lecce, interpretato come regolare da Sacchi.

Un intervento del VAR, magari, avrebbe consentito una capillare valutazione di impatto e meccanica, ma ha prevalso la sicurezza di Sacchi e del team arbitrale.