L’ex centrocampista del PAOK, schierato a sorpresa da Liverani, ha premiato il suo allenatore con l’assist vincente per il primo gol leccese di Lapadula.
Il turnover (semi)forzato dall’avvicendarsi dei vicinissimi impegni e le condizioni non perfette di Mancosu, uscito malconcio dalla partita con la Juventus, gli hanno riaperto le porte della formazione titolare: Yevhen Shakhov da Dnipropetrovsk è ritornato in campo dal 1′ dopo l’apparizione in casa con il Verona alla seconda giornata.
Il rientro in campo del centrocampista è stato vincente. Al minuto 8 arriva la zampata. Cross di Tachtsidis, sponda di Lapadula per lui, che, freddissimo, trova un corridoio tra due difensori della Sampdoria e porta il numero 9 al tiro solo contro Audero.
Shakhov è un calciatore tesserato per giocate così. L’unico vero alter ego del capitano in un 4-3-1-2, che in verità con Liverani diventa 4-3… e fantasia, assicura geometrie, precisione, profondità per le punte e, magari lo ammireremo, potenziali bordate da lontano.
Il tormentone del posizionamento in campo ideale, prima di ieri sera forse mai compreso appieno, sembra avere una soluzione. Shakhov deve agire negli ultimi trenta metri di campo, a supporto o in collaborazione delle punte. Liverani odia i moduli fissi, ma è assodata la differenza tra lo Shakhov di ieri e lo Shakhov della partita persa col Verona. Contro gli scaligeri, l’ucraino, utilizzato da mezzala, non riuscì a incidere, arrivando anche dalle parti di Silvestri con un colpo di testa, finito fuori.