
Stiamo per salutare un anno strepitoso, entusiasmante, storico per il Lecce. Noi vogliamo ricordarlo raccontandovelo in quattro puntate. Oggi è la volta delle sportellate invernali per conquistare la Serie A.
Ancora pochi giorni, poi per tutti noi sarà il momento di dire addio al 2019. Un anno a dir poco straordinario per il Lecce e per i suoi tifosi, e il perché è presto detto. Essere promossi dalla Serie B al primo tentativo e riabbracciare, con risultati al momento positivi, la massima serie è il sogno che dodici mesi fa ogni giallorosso avrebbe voluto veder realizzato. E così è stato. Ecco perché ci teniamo particolarmente a raccontarvi i 12 mesi ormai quasi interamente trascorsi in quattro puntate ricche di battaglie, difficoltà, ma soprattutto festa, entusiasmo e tanta, tanta passione.
Iniziamo, ovviamente, dal principio. Da quel gennaio che il Lecce inizio al quarto posto in classifica al pari del Verona e dietro alle battistrada Palermo (addirittura a +7), Brescia e Pescara. Non male per una neopromossa il cui obiettivo era salvarsi il prima possibile e conquistare i playoff. Ma, si sa, l’appetito vien mangiando, soprattutto se ti chiami il Lecce, vanti storia e tradizione invidiabili e soprattutto un seguito da Serie A.
E un segnale forte delle sue intenzioni al rialzo l’encomiabile società presieduta da Saverio Sticchi Damiani la diede nel mercato invernale, mettendo a segno il colpo-Tachtsidis. Calciatore di categoria superiore che diede un’accelerata al miglior gioco della categoria, quello firmato Fabio Liverani. Il Lecce si approcciò bene alla ripresa dopo la sosta, con 8 punti nelle prime 4 del 2019.
Ma, si sa, la Serie B è una continua battaglia, e a volte essere belli non basta. Gli scivoloni sono dietro l’angolo, e possono essere anche molto brutti. Un nome su tutti, di quelli davvero emblematici: Cittadella. Trasferta quasi casalinga, con il Tombolato invaso di giallorosso. Lecce lanciatissimo e pronto ad agguantare, a gran sorpresa ma con merito, la zona promozione diretta. Ma la peggior prestazione stagionale è lì, dietro l’angolo, e i granata di Venturato, giovani e pimpanti, se ne approfittano alla grande guidati da un Moncini formato Lewandowski.
Una mazzata che avrebbe potuto abbattere anche 22 bufali. Ma, evidentemente, non 22 lupi. Come sempre avvenuto prima e dopo, il Lecce dopo i ko è sempre andato a punti, e in quel caso lo fece alla grande. La risposta fu quella di chi punta dritto alla Serie A, e i tifosi fu lì che lo capirono, prendendo coraggio.
Le 7 gare successive portarono a 5 vittorie, 1 pareggio beffardo (a Crotone) e una sconfitta sfortunata ma anche preventivabile a Palermo. Era un Lecce che lottava, inciampava, si rialzava ma dava anche un grandissimo spettacolo. Un match storico su tutti: il 7-0 con l’Ascoli che fece il giro dell’Europa, per l’entità del punteggio ma anche per lo show di Mancosu e compagni.
Ma la Serie B era pur sempre la Serie B. E Cremona inizia con la stessa lettera di Cittadella, e purtroppo porta in dote gli stessi punti. Anche nella Bassa Padana i giallorossi danno il peggio, o quasi, di sé, subendo uno schiaffo che non li manda ko, ma ne mina le velleità di promozione diretta. Anche perché davanti il Brescia andava a mille, e dietro c’era alle calcagna una big come il Palermo, a -1 ma con una gara in più a disposizione. Per il Lecce c’era ancora tanto, tantissimo da sudare.
(TO BE CONTINUED)
