Era dalla stagione 2000/2001 che il massimo campionato italiano non faceva registrare così tante presenze sugli spalti. E’ annata-record nel millennio, come quello delle presenze dei giallorossi.
L’affluenza negli stadi italiani risulta essere in ripresa da due stagioni, ma in pochi potevano preventivare un’impennata così importante nella Serie A in corso. L’attuale dato relativo alla media spettatori descrive infatti numeri record: 27694.
Da circa vent’anni, con esattezza dalla A 2000/2001, non si registravano numeri così importanti. Da lì in poi, infatti, il calo è stato nettissimo, con punto più profondo nei 19mila di media del 2006/2007. In generale, comunque, non si era mai andato oltre i 26mila.
Nel campionato attuale c’è stato dunque una vera e propria impennata, favorita certamente dal ritorno nella lotta scudetto, dopo anni, di due squadre storicamente molto seguite come Inter e Lazio. I due club sono rispettivamente primi e terzi nella graduatoria per club, ma non sono gli unici ad aver registrato un incremento nell’affluenza. Con loro anche Atalanta, Bologna, Fiorentina, Genoa, Juventus, Napoli e Udinese.
E il ruolo del Lecce in tutto ciò? Da protagonista. I giallorossi sono tra le neopromosse con il dato più alto di sempre, dietro quasi solo a big come Milan, Juventus, Roma, Lazio, Fiorentina e Napoli. Ma non solo, perché hanno nettamente incrementato i numeri relativi all’ottavo posto nella graduatoria della media spettatori da essi occupato. Quasi +3mila rispetto al Genoa 2018/2019, addirittura circa +6mila rispetto alla Fiorentina 2001/2002.
Con quella salentina, dunque, la Serie A ha ritrovato una piazza non solo storica ma, numeri alla mano, che ne accresce l’appeal.
Che comincino a capire questi vecchi parrucconi e corrotti della lega e del coni che il calcio c’è quando le piccole realtà PROSPERANO.
Portano una ventata di novità, di gente allo stadio, una piazza per lo sviluppo dei talenti, movimentano le classifiche e creano diversificazione in un campionato che a mio avviso sta diventando di un livello pessimo come organizzazione, economia e talenti italiani.
Le piccole realtà sono l’ossigeno di questo campionato e vanno TUTELATE ECONOMICAMENTE COLMANDO IL DIVARIO (anzi stemperandolo almeno), non “mazzuolate” in testa da Lega arbitri e stadi chiusi per i tifosi.
Senza di noi il campionato lo fate 4 gatti.