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Calderoni: “Coronavirus, che preoccupazione! Ma lavoro per farmi trovare pronto”

Il terzino con il vizio del gol Marco Calderoni parla via Skype sul canale ufficiale dell’U.S. Lecce in un intervista in cui ci racconta come sta vivendo questi giorni di quarantena.

IL MOMENTO.  “Io e la mia famiglia stiamo bene. Siamo però preoccupati per questa situazione, quando viene emesso il bollettino della Protezione Civile è triste notare che i dati sono ancora alti. È brutto non sapere quando tutto questo finirà e perciò aumenta la preoccupazione. In casa c’è mio figlio di cinque anni al quale abbiamo spiegato la situazione raccontandogli che fuori ci sono degli eroi, i medici, che stanno combattendo per noi”.

ALLENAMENTO IN CASA. Ci sono delle mattine in cui approfitto per dormire un po’ di più, ma il mattino è sempre il momento preposto per per l’allenamento che la società ci ha trasmesso. Mi alleno in una stanza con gli attrezzi e un tapis roulant. Dove non bastano i pesi, mi aiuta mia moglie che sale sulle mie spalle mentre faccio gli squat per aumentare il peso. Mi manca l’allenamento con i compagni di squadra con i quali passo la maggior parte del tempo. Non è facile rimanere sempre in casa, c’è anche da lavorare sull’umore e sulla mente da tener sempre occupata”.

3 COSE ESSENZIALI. “Prima di tutto la mia famiglia, perché in questo momento mi sto rendendo conto che sono la mia medicina e il mio sorriso. Al secondo posto ci metto la salute e al terzo ovviamente il pallone. Il calcio è la mia passione e non poterlo praticare è qualcosa che mi manca”.

NUOVE PASSIONI. “Guardo insieme alla mia famiglia delle serie Tv, ogni tanto gioco alla play con mio figlio con il quale facciamo anche i compiti”.

SERIE A. Arrivare a questi livelli è un sogno per tutti i calciatori. Io sono riuscito a realizzarlo. Pensare agli stadi vuoti mette grande tristezza, ma la vita e la salute vengono prima di questo. Il vero problema è che ancora non è chiaro quando tutto questo passerà. Noi stiamo però lavorando per farci trovare pronti”.

I GOL. “Ne ho fatti tre, quello con la Spal seppur fortunoso, ho provato un’emozione indescrivibile. Quello più bello è stato contro il Milan, a San Siro non ci sono mai stato da spettatore, volevo vederlo da calciatore,  forse era scritto nel destino ma proprio in quello stadio è arrivato il gol più bello della mia carriera, una gioia che ho voluto condividere con i mei compagni”. 

IL RAPPORTO CON I COMPAGNI. Noi abbiamo una chat di squadra dove ci sentiamo tutti in cui parliamo della situazione che c’è e sdrammatizziamo con alcuni video. Quando finirà tutto andremo a cena insieme con le famiglie per non guardare più indietro e pensare solo al futuro, in cui abbiamo un’obiettivo da raggiungere per tutti noi e per questa gente”.

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