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Barbas rassicura tutti, il problema è solo il lavoro. A CL disse: “Il Covid ha messo in ginocchio gli allenatori”

Dopo ore di grande preoccupazione nell’ambiente salentino per alcune dichiarazioni travisate, l’ex stella del centrocampo del Lecce ha voluto fare chiarezza, dichiarando di stare bene.

Nelle ultime ore una vicenda ha preoccupato particolarmente tutti coloro che sono vicini all’ambiente giallorosso: le condizioni di Juan Alberto Barbas. A farsi spazio sul web, giungendo in Italia con forza e, probabilmente, in modo confuso, sono state le sue parole raccolte dal quotidiano argentino Clarin.

Quest’ultimo ha riportato un virgolettato nel quale l’ex calciatore del Lecce e dell’Argentina si diceva in gravissime difficoltà economiche, tanto da essere costretto a cenare con tè e gallette. Riprendendo e traducendo le dichiarazioni di Barbas alla testata di Buenos Aires, diversi media italiani hanno pubblicato le affermazioni dell’argentino, calcando parecchio la mano sull’aspetto del non ottimale status dell’ex calciatore con toni spesso decisamente sensazionalistici. Citando anche parole pesanti come “depressione”, e toccando più volte temi come la presunta impossibilità a pagare l’affitto di casa.

Come ovvio, come comprensibile, il venire a conoscenza delle difficoltà di una persona, amico o idolo di gioventù che sia, ha messo subito in moto la macchina della solidarietà. Preoccupati dal leggere di una situazione etichettata come “Dramma Barbas”, in tanti hanno contattato l’ex centrocampista giallorosso. Compreso il presidente del Lecce Saverio Sticchi Damiani. Ottenendo, in risposta, soprattutto parole rassicuranti, sottolineate dal fatto che la maggior parte delle sue affermazioni sono state travisate ed esagerate dalla stampa.

Queste ultime sono state rese pubbliche anche dal suo ex compagni ai tempi del Lecce Francesco MorieroIl quale ha rassicurato tutti coloro che vogliono bene al mitico Beto circa le sue condizioni, diffidando chi ha scritto inesattezze sul conto dell’argentino dal farlo, ed invitandolo ad informarsi meglio. Più approfonditamente.

Inesattezze, appunto. Non nascondiamo che noi, per primi, siamo rimasti spiazzati dalle parole di Barbas riportate dal Carlin e da tanti quotidiani italiani. Come ben sanno i nostri lettori, solo una settimana prima l’ex giallorosso ci aveva concesso una lunga esclusiva in cui ci raccontava la sua carriera tra passato, presente e futuro. Non nascondendo, prima che ci salutassimo, la situazione economica in cui versava. Una situazione semplicemente resa complicata da una pandemia che, almeno in maniera indiretta, ha colpito tutti, non risparmiando nessuno. Nemmeno Beto Barbas.

Ci ha raccontato del momento di crisi che ogni allenatore, soprattutto in un sistema calcistico come quello argentino, stava vivendo. Delle difficoltà dei club nel rispettare gli accordi presi, come il suo Almirante Brown che, a causa della comprensibile mancanza di sponsor, non era riuscito a coprire gli ultimi stipendi. Una situazione di certo non bella, come per tanti lavoratori soprattutto in un settore che poco può convivere con il Covid. Una situazione che lo aveva portato ad auspicare, ancor più che in passato, un ritorno al Lecce nelle vesti di allenatore nel settore giovanile giallorosso.

Un discorso, in teoria, fraintendibile se si volesse, magari subdolamente, porre l’accento su un aspetto piuttosto che su un altro. Il che porterebbe non solo ad una mistificazione della realtà, rischio sempre dietro l’angolo quando si vuole calcare la mano per scopi di speculazione giornalistica. Ma che potrebbe portare anche ad un danno, d’immagine ma non solo, nei confronti dell’interessato. Uno stile che, di certo, non appartiene alla nostra testata.

Noi ci siamo limitati a riportare, con fedeltà, le parole di Beto Barbas, i suoi racconti, le sue emozioni. Anche le difficoltà attuali in ambito lavorativo, alle quali sta facendo fronte come tanti altri, se non tutti, in ambito calcistico. Un chiarimento doveroso per mettere in ordine le tessere e ricostruire la verità attorno alla vicenda. Ma soprattutto per rassicurare ancora una volta circa l’unica cosa davvero importante: che Beto stia bene.

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3 anni fa

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