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Giorgetti a CL: “Amato dai tifosi nonostante il passato al Bari perché per il Lecce ho dato l’anima”

L’ex centrocampista del Lecce, ospite nella nostra diretta di giovedì scorso, ha parlato delle sue stagioni in giallorosso e del rapporto speciale con i tifosi salentini.

COVID. “Questo periodo l’ho trascorso tutto sommato bene, in famiglia. Con il lavoro ho dovuto spesso chiudere, approfittandone per stare in famiglia. L’importante è che sia passato, sul come non mi posso certo lamentare”.

ORGOGLIO ED EMOZIONE GIALLOROSSI. “Ricordo il mio rientro dall’infortunio al polpaccio che mi aveva tenuto out per diversi mesi. La prima domenica in cui fui chiamato in campo dopo tanto tempo ricordo l’ovazione della gradinata. E soprattutto che Mortari e Sileno mi dissero che prima solo con Pasculli avevano visto una standing ovation simile. Una cosa che mi riempì d’orgoglio, emozione indelebile che non mi attendevo”.

LOTTATORE. “Credo di essere stato apprezzato perché ho dato cuore ed anima in ogni partita. Non ero un elemento di grande qualità, sapevo che per essere utile ai compagni dovevo dare tutto in campo e così è sempre stato. Ed è per questo che ho sentito da parte dei tifosi del Lecce così tanto affetto, perché sono dei tifosi sempre attenti ad un certo tipo di cose. Ed è così che sono stato amato nonostante il mio trascorso al Bari“.

DERBY. “A fare la differenza è stata forse il mio assist per il gol vittoria di Lucarelli nel derby. Da lì mi furono riconosciute le mie doti di uomo di corsa, generosità ma anche in grado di fare una giocata decisiva. Entrai così nel cuore dei tifosi, non solo per quell’episodio. E’ scattato qualcosa di straordinario, bellissimo. E ancora oggi non riesco a stare troppo tempo lontano dal Salento”.

SALVEZZA. “La vittoria sulla Lazio è tra i momenti più belli della mia carriera, sicuramente il match più importante tra quelli disputati in giallorosso. La settimana prima non dormimmo, sapevamo dell’importanza di quella partita. Studiammo gli avversari, collettivo fortissimo. E poi in campo abbiamo dato tutto, riuscendo nell’impresa di ribaltare una squadra che, in ogni caso, si stava giocando le ultime chance scudetto”.

LECCE DI OGGI. “Mi piace molto la mentalità di Liverani, la quale è stata sposata anche da me e da mister Zauli, del quale ero collaboratore. Arrivare al risultato attraverso il gioco è una scelta difficile, coraggiosa e degna di grandissima stima. Soprattutto poi se, com’è per il Lecce, la si porta avanti con coerenza a prescindere dalla categoria”.

RICORDO DI INGESSON. “Ero molto amico di Klas Ingesson, a cui mi accomuna il doppio passato tra Lecce e Bari, e anche la passione per la caccia e la natura. Spesso uscivamo insieme, per me è stato praticamente un fratello maggiore. A Bari mi ha aiutato tantissimo, e ho spinto quando c’è stato da portarlo al Via del Mare. Sapevo che non ci sarebbero stati problemi, per i tifosi, nell’apprezzare una persona com’era lui”.

GRUPPO DI AMICI. “Conoscevo già Tonetto e Viali, ma in generale si era formato un gruppo bellissimo. Anche perché grossomodo eravamo coetanei, con figli piccoli. Era sempre una festa, in allenamento e dopo, perché ci trovavamo bene insieme. Di solito quando arrivavano le feste nelle squadre era un fuggi fuggi generale, noi invece non vedevamo l’ora di fare ad esempio capodanno insieme. Io ero un matto scatenato, poi i vari Tonetto, Conticchio, Balleri, erano tutti calciatori con cui ci si divertiva tantissimo”.

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