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Meno idee di gioco, molte più soluzioni in rosa. Il Genoa di Nicola si gioca tutto con il Lecce

I rossoblu comandano per distacco la schiera delle delusioni dell’attuale Serie A, trovandosi a sorpresa nel testa a testa per la salvezza con il Lecce. Poche certezze, puntano sulla qualità dei singoli.

Reduce dal deludente ko nello scontro diretto di Torino, il Genoa ospiterà domenica il Lecce nell’attesissimo faccia a faccia che potrebbe dire quasi tutto sul discorso salvezza. I ragazzi di Nicola proveranno a respingere l’attacco dei giallorossi al quartultimo posto, in quello che sembra ormai un discorso a due per giocarsi l’ultimo posto utile per la salvezza. Ma per i rossoblu non sarà facile: rispetto ai salentini hanno da gestire le pressioni su un gruppo che era partito con ben altro obiettivo.

La campagna acquisti del club di Preziosi era infatti quella di una squadra che voleva ottenere una tranquilla posizione di metà classifica, se non proprio coltivare aspirazioni europee. Il gioiellino Pinamonti, i promettenti Ghiglione e Barreca, poi anche i rientranti Perin e Iago Falque, ma soprattutto l’ex Ajax Schone: di certo non elementi da zone basse. E invece Andreazzoli prima e Motta poi hanno clamorosamente fallito, e solo con l’avvento di Nicola i genovesi hanno risalito la classifica, uscendo dalla zona retrocessione.

Il Genoa ha infatti vissuto un ottimo momento antecedente allo stop forzato, culminato nel colpaccio in casa Milan con annesso sorpasso al Lecce. Dal lockdown è però venuta fuori a sorpresa una squadra in difficoltà, senza idea, privata improvvisamente della carica che la nuova era Nicola aveva portato. I rossoblu sono riusciti a fare punti solo a Brescia e Udine, dove hanno strappato discussi pareggi in extremis, e con la Spal, battuta senza patemi. Poi tante prove incolori, partendo dal poker con il Parma fino ad arrivare al tris di ieri a Torino.

Una squadra sotto pressione, scarica, con un gioco scontato nonostante gli aggiustamenti che Nicola ha talvolta apportato al suo 3-5-2 di base. Una squadra dunque spacciata, si direbbe. E invece no, perché tra le certezze (forse l’unica) del collettivo genoano c’è la qualità e la lunghezza di una rosa che poco ha a che vedere con la lotta salvezza. Trenta giocatori, quasi tutti considerabili titolari. Ben sei punte a disposizione di Nicola. Soprattutto singoli capaci di risolvere le gare da soli. E’ qui che il Lecce dovrà fare attenzione: è nelle giocate dei singoli che il Genoa cercherà le forze residue.

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