L’ex allenatore giallorosso parla a La Gazzetta dello Sport (intervista di Pasquale Marzotta) del nuovo corso targato Corvino-Corini.

RETROCESSIONE. «Di solito, quando si va giù, vuol dire che qualcosa non ha girato nel verso giusto. Altrimenti, si sarebbe mantenuta la categoria. Bisogna fare una valutazione approfondita tra società e direttore sportivo, che in questo caso è Pantaleo Corvino, un salentino doc che comprende molto bene gli umori del tifosi e le prospettive della società. Bisognerà partire dalle cose essenziali».

DA LIVERANI A CORINI: COSA CAMBIA? «Sono allenatori che hanno fatto bene, soprattutto in Serie B. Dipenderà molto dai giocatori che Corini avrà a disposizione. Per questo, la garanzia è rappresentata da Corvino: se ha scelto questo allenatore, vuol dire che è idoneo al ruolo. Ci sono molti dei protagonisti della promozione in Serie A e poi del torneo di massima divisione. Bisognerà puntare su chi è davvero motivato. Due anni fa, il Lecce fu una bellissima sorpresa. Stavolta partirà come una delle candidate al salto di categoria».

QUALI CALCIATORI CONFERMEREBBE? «Poggerei il nuovo progetto sulle fondamenta, ripartirei dall’ossatura della squadra: portiere, difensore centrale, play di centrocampo e attaccante. Ma soprattutto confermerei i giocatori che hanno il giusto entusiasmo per riavviare un nuovo ciclo con il Lecce. Dal punto di vista tecnico, punterei su Falco, che conosco molto bene per averlo allenato a Bologna, e anche su Mancosu e Petriccione. Ovviamente non so se questi calciatori rimarranno, visto che sono appetiti da club di A e rappresentano anche un tesoretto per la società, da sfruttare nell’allestire la nuova rosa».

A LECCE FIRENZE E BOLOGNA CON CORVINO. «Io e Pantaleo badiamo ai fatti più che alle parole e, soprattutto, ci capiamo spesso al volo. Lui sa cosa vuole dal suo allenatore ed io so cosa chiedere ad un direttore sportivo come lui. Corvino sarà sicuramente determinato e carico. In questo suo ritorno a Lecce avrà mille motivazioni in più rispetto alle altre avventure vissute in giro per l’Italia. Ricordo molto bene quando mi telefonò nel 2002: era il 26 gennaio, giorno del mio compleanno, ed ero al parco con mia figlia…».

RICORDI DI QUELLA TELEFONATA. «Pantaleo Corvino mi propose la guida del Lecce (al posto di Cavasin, ndr). Subentrai a campionato già compromesso, nonostante la squadra potesse contare su giocatori importanti come Popescu, Chevanton, Giacomazzi e sulla conferma dello zoccolo duro della stagione precedente. Il campo decretò che quella squadra non meritava di salvarsi, nonostante il notevole investimento economico fatto. Ripartimmo con le cessioni di calciatori importanti e un gruppo composto dagli elementi che non si riuscì a piazzare sul mercato e i ragazzi interessanti della Primavera come Ledesma, Vucinic, Konan, Bojinov. Proprio i giovani furono la nostra arma vincente. Sul campo si realizzò il capolavoro della società. Fu subito promozione in Serie A (2002-2003) e la stagione dopo, grazie ai colpi di mercato di gennaio di Corvino, il Lecce conquistò a pieni voti la salvezza (decimo posto assoluto ndr)».