Il 2-2 in rimonta con l’Empoli chiude il girone d’andata del Lecce. I primi sei mesi di gestione targati Eugenio Corini fanno parte di un progetto a lunga scadenza messo in piedi dalla società con il ritorno di Pantaleo Corvino. Con qualche intoppo, il percorso è comunque incanalato in una giusta direzione.

La rete al 90′ di Pablito Rodriguez pone la parola fine alla prima metà di campionato. Al giro di boa della Serie B 2020/2021, il Lecce si attesta al sesto posto con 30 punti, nel mucchio della zona play-off a 8 lunghezze dall’Empoli capolista e a 4 dal secondo posto, occupato dalla Salernitana (in attesa dell’impegno di stasera del Monza contro il Brescia). La fine dell’andata coincide con i primi bilanci degni di nota in un campionato, la Serie B, dove spesso pronostici e verdetti si sono capovolti dal 20° turno in poi.

La stagione del Lecce, iniziata di fatto a metà agosto a causa della chiusura ritardata dello scorso campionato, è iniziata con il primo, grande, imprevisto. Al cambio di direzione tecnica, fuori Mauro Meluso per il rientro a casa di Pantaleo Corvino, è seguito il burrascoso addio con Fabio Liverani del 19 agosto. Con il ritiro alle porte, il club ha optato per Eugenio Corini, già in lista in caso di probabile divorzio con il trainer romano, poi avvenuto.

L’arrivo dell’ex Brescia è parte di un progetto societario e tecnico per somatizzare la retrocessione. Ricerca di patrimonializzazione e progressivo cambio di pelle per dare un nuovo volto anche al fine di prevedere la chiusura di un ciclo. La creazione dell’amalgama e il focus verso le difficoltà da affrontare nel campionato di Serie B, però, sono a tratti finite alle spalle di altri patemi da risolvere nella (troppo) lunga sessione estivo-autunnale di calciomercato. I numerosi casi di mercato con elementi in uscita più o meno corteggiati hanno ritardato la nascita di un’identità tecnica. Si pensi ad esempio all’entrata in forma del miglior Mancosu, o al caso Tachtsidis-Dhamak fino a giungere alle cessioni di Petriccione, completata, e Falco, inizialmente fiore all’occhiello del 4-3-3 ideato da Corini e poi finito ai margini per ragioni non propriamente legate alla squadra.

Il 4-3-3 appunto. Nelle farraginosità iniziali che Eugenio Corini ha dovuto risolvere, c’è stata anche il primo cambiamento di rotta. Il nuovo disegno tattico, orientato al 4-3-1-2, è da intendere come un segnale di lucidità di tecnico e direzione, coese anche nelle revisioni da improntare alla propria opera. Dall’esperimento Majer regista si è passati al rilancio di Tachtsidis e, con un Mancosu tornato condottiero, cannoniere (7 centri) e capitano, il Lecce, trascinato dal miglior avvio di stagione nella storia di Massimo Coda, ha acquisito punti, risultati e fiducia. Stepinski, partner di Hispanico, ha sì timbrato il cartellino 5 volte, ma con prestazioni altalenanti. I pareggi contro Venezia e Frosinone, risultati che Corini reclama spesso come mancate vittorie, hanno fatto tirare i remi in barca al bastimento giallorosso, ben espressosi nonostante qualche errore difensivo. La fase di non possesso, Corini docet, è stata messa in secondo piano nel piano di crescita ideato.

Senza il suo timoniere Eugenio Corini, positivo al Covid prima di Salernitana-Lecce 1-1, il Lecce ha un po’ perso la bussola. Lo 0-3 casalingo col Pisa è stata però l’unica partita totalmente negativa per i giallorossi, sconfitti anche nel successivo impegno a Ferrara. Dalla vittoria in rimonta con il Vicenza, il Lecce, alla messa in vetrina delle qualità dei suoi talenti, pur sempre decisivi, ha cercato di serrare le fila riducendo al minimo le sbavature in difesa. Gabriel, quasi sempre decisivo, ha messo pezze qua e là nella serie positiva che ormai perdura da 5 giornate. Il 2020 si è chiuso con il 2-2 (risultato uscito cinque volte in diciannove gare) a Cittadella. Cinque punti nel 2021: pareggio col Monza, scorribanda in casa Reggina e poi, ieri, il 2-2 di forza contro la capolista Empoli dopo 70′ di dominio avversario.

Far bene dopo una rovinosa retrocessione dalla Serie A è difficile, specialmente dopo le ulteriori complicanze nate a fine estate. Il Lecce e Eugenio Corini hanno tracciato in modo egregio una strada da percorrere per battagliare con vista Serie A. Parlare di progetto triennale mentre si ammiravano le quattro vittorie consecutive poteva sembrare un’eresia. Un attacco formato da Coda, Stepinski, Rodriguez, Falco e Pettinari si è trovato spuntato per l’uscita di scena degli ultimi due. I punti lasciati per strada e una quadra arretrata ancora da trovare (Dermaku falcidiato dagli infortuni) hanno poi frenato molti bollori.

Dal girone di ritorno ci si aspetta la continuazione di questo percorso, da perseguire sempre sulla strada già battuta in estate, unico modo per salvaguardare equilibri e obiettivi macro, al centro anche della campagna di calciomercato fatta sino ad ora a gennaio. Gli errori ci sono stati, ma la programmazione messa in atto da tutte le componenti e la consapevolezza di avere ampi di margini di miglioramento, oltre che di avere dei correttivi da apportare, permette la predisposizione di un voto discretamente positivo nella classica “pagellina” di metà anno.