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I “simili e diversi” Aglietti e Corini, compagni 23 anni fa

L’edizione odierna de L’Arena fotografa la partita di sabato pomeriggio partendo dai due allenatori. I due, quasi coetanei, si affronteranno una vita dopo il campionato vissuto insieme in campo.

I destini di Eugenio Corini e Alfredo Aglietti s’incontrarono per la prima volta 23 anni fa, sul rettangolo verde del Bentegodi. Il centrocampista era alla seconda stagione con l’Hellas Verona, squadra che lo prelevò dalla Sampdoria, proprietaria del cartellino durante i prestiti a Napoli, Brescia e Piacenza. In maglia Hellas, Corini trovò Aglietti, attaccante che proveniva dal Napoli, dove segnò otto gol e perse la finale di Coppa Italia col Vicenza, guidato in campo da Mimmo Di Carlo, che lunedì ha battuto ancora Aglietti, oggi tecnico del Chievo, con il suo Vicenza.

Aglietti e Corini giocarono insieme per la prima volta in Salernitana-Verona 2-0, debutto della Serie B 1997/98, coi campani guidati da Delio Rossi. In quel Verona militavano, tra gli altri, il centrale giallorosso Marco Baroni e, a centrocampo assieme a Corini, Vincenzo Italiano, Jonathan Binotto e Leonardo Colucci. I due allenatori di fronte sabato fanno parte della generazione calcistica degli anni Settanta.

La carriera di Corini, dopo una vita di campo con guide tecniche prestigiose come Eriksson, Trapattoni, Guidolin e Delneri, si è costruita sull’arma della praticità. Non si poteva fare altrimenti nelle salvezze centrate da subentrante sulla panchina del Chievo, dove oggi siede Aglietti. Mentre Corini si congedava dal Chievo, l’ex attaccante era al Novara, in Serie C. Aglietti fece brillare la stella di Seferovic, svizzero dei Balcani passato anche dal Lecce nel 2011/2012.

Proprio al Chievo, Aglietti e Corini si ritrovarono ancora in campo, nel 2000. L’ultimo era già divenuto il Genio della mediana clivense, mentre per Aglio i Mussi Volanti furono solo una parentesi di sei mesi prima di passare l’anno dopo alla Pistoiese. I tecnici che s’affronteranno sabato alle 14 al Via del Mare hanno come fattor comune l’elasticità tattica. Corini, al Chievo, si è prima trincerato dietro un ferreo rombo e poi, in base alla materia che gli è stata affidata, ha applicato nuovi concetti di calcio. Così è anche a Lecce, con le tesi iniziale riadattate in base ai calciatori più in forma.

Aglietti ha percorso una strada simile. Abituato a produrre tanto con poco, ha messo in pratica gli insegnamenti di Gigi Simoni, suo maestro al Napoli, e Cesare Prandelli, guida del Verona. Proprio con il bresciano, Aglietti fu schierato atipicamente nel 4-4-2 al fianco di Cammarata. Posizionandosi sulla verticale, e agevolandosi degli inserimenti di Melis e Brocchi, ricorda l’articolo dell’Arena, il Verona anticipo’ allora le prime forme di 4-2-3-1.

 

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