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Björkengren a CL: “Club ambizioso, un grande mister e i fantastici salentini. A Lecce ho tutto per crescere”

Tra i più promettenti talenti scovati da Corvino quest’anno, John Björkengren ha dimostrato una crescita devastante che lo ha reso assoluto protagonista nello scacchiere tattico di mister Corini. Abbiamo intervistato in esclusiva per voi lo svedese del Lecce.

Quando nascono per John Björkengren la passione per il calcio e l’idea di farne una professione?

“Praticamente da sempre. Sono nato con il calcio nel mio piccolissimo paese, a due passi da Falkenberg. I miei due fratelli maggiori giocavano entrambi a calcio e mio padre era l’allenatore della scuola calcio nella quale ho mosso i primi passi, la LGM. Da subito ho giocato e lavorato con l’idea di diventare un calciatore”.

Con quali idoli sei cresciuto da piccolo e quali squadre ti piacevano particolarmente?

“A dire la verità non guardavo tantissimo calcio in tv, mi piaceva molto di più giocarlo. Oltre al Falkenberg, la squadra della mia terra, la squadra che più mi piaceva vedere era il Barcellona”.

Quando hai iniziato a muovere i primi passi con un club professionistico, il Falkenberg, avevi un sogno in particolare?

“In primis era quello di fare bene con i colori della mia città, ma è chiaro che poi è sempre stato quello di sbarcare nel grande calcio europeo e di arrivare più lontano possibile. Al contempo mi avrebbe riempito d’orgoglio vestire la maglia della nazionale. Ci sono riuscito con Under 19 e Under 21, spero di farlo anche con la maggiore. Diventare un calciatore apprezzato dai miei connazionali sarebbe davvero molto bello”.

Sei giovanissimo, ma visti i trascorsi si può dire che al Falkenberg tu abbia speso una grande parte di carriera. Quali sono stati i momenti più emozionanti vissute in giallobianco, nell’Allsvenskan e non solo?

“Il Falkenberg è casa mia, lasciarlo non è stato facile e si è portato dietro grandi emozioni. Lì sono stato benissimo, sono diventato uomo e calciatore e sarò sempre grato al club ed ai suoi tifosi per quello che hanno fatto per me. Ricordo bene la grande emozione del debutto in gara ufficiale in prima squadra, così come la gioia incontenibile al momento della promozione nel massimo campionato. Quelli sono stati davvero tra i momenti più belli della mia vita”.

Cos’hai provato quando ti hanno comunicato dell’offerta del Lecce e cosa ti ha convinto ad accettarla?

“Ricordo bene l’orgoglio e la soddisfazione vissuti quando il mio agente mi comunicò dell’interesse dei giallorossi. Mi disse che c’era l’opportunità di andare a Lecce, in uno dei club più importanti di uno dei campionati più importanti, con un progetto serio che mi avrebbe voluto protagonista. Ecco, tutto ciò mi ha portato a dire sì al trasferimento. Non vedevo davvero l’ora di arrivare in una piazza così prestigiosa, tra le principali non solo della categoria. E’ chiaro che la serietà della dirigenza e l’ambizione del progetto che punta sui giovani per arrivare molto in alto ha giocato un ruolo da protagonista”.

Usciamo un attimo dal rettangolo verde. Com’è stato il tuo approccio con la tua nuova casa e con la sua gente? Cosa ti piace di Lecce e del Salento?

“Non ci ho messo molto ad apprezzare le tante bellezze e qualità di questa terra, tutt’altro. Lecce è bellissima, si vive bene, è a due passi dal mare ed è ricca posti straordinari, così come il suo territorio circostante. Speriamo che la pandemia da Covid passi quanto prima perché vorrei godermela ancora di più. Tra le cose che mi piacciono di più della vostra realtà è la sua gente, uno spettacolo. Ai ristoranti, ai supermercati, ovunque mi fa sentire il suo calore. I salentini sono sempre pronti a farti sentire il loro calore e ad aiutarti. E poi c’è il cibo. Amo quello italiano in generale, con la pasta e la pizza su tutto, oltre alle tante prelibatezza locali. Difficile chiedere di più”.

Tornando al calcio, le tue prime uscite in giallorosso non sono state sfavillanti. Come mai?

“La squadra stava affrontando un suo momento di crescita, ma soprattutto io mi dovevo ambientare con un nuovo calcio, con dei nuovi meccanismi. Per me era tutto nuovo ed incontrare delle difficoltà era da mettere in preventivo. Dalla lingua, alla mentalità al comprendere appieno ciò che il mister mi chiedeva. I fattori erano davvero tanti e c’è voluto il giusto tempo per farli miei o superarli, in modo da potermi esprimere poi sempre meglio”.

A rallentare questo fisiologico processo c’è stata la positività al coronavirus. In che modo hai vissuto quei momenti?

“Non è stato certo facile. Ero al Lecce da appena un mese, e proprio quando stavo lavorando per integrarmi al meglio c’è stato questo lungo stop che ha complicato le cose. Per fortuna è andato tutto bene e, superato il periodo di fermo forzato, ho potuto riprendere da dove avevo interrotto portando avanti il lavoro di perfetta assimilazione delle idee del tecnico e del vostro calcio di cui avevo bisogno”.

Restando nel tema, pensi che l’assenza causa Covid del mister sia stata la principale causa delle difficoltà invernali vissute dal Lecce?

“Ha assolutamente giocato un ruolo importante. Non è semplice per una squadra lavorare lontana dal suo tecnico, anche se noi ci abbiamo messo tutto l’impegno così come lo staff che ha lavorato al meglio. Non è stato tuttavia un periodo facile”.

Messi alle spalle quei difficili momenti, però, per il Lecce e per Björkengren è stato tutto diverso. Ti è scattato qualcosa o è stato tutto figlio del già citato processo di crescita, collettiva è personale?

“Senza dubbio la seconda. Non c’è stato un momento in cui tutto è cambiato, semplicemente delle difficoltà che prima c’erano sono state superate con il lavoro quotidiano, che è la vera ricetta vincente. Personalmente ci ho messo sempre tutto l’impegno per andare avanti in questo tipo di percorso e sono stato ripagato. Il merito di tutto questo va a mister Corini e al suo staff. Grazie ai loro suggerimenti sono cresciuto tantissimo ed oggi sono un calciatore migliore rispetto a prima”.

Cosa ti chiede in particolare il tecnico?

“Non smette mai di darmi consigli, in allenamento e a gara in corso. Ovviamente mi chiede lavoro sia in fase di contenimento che di manovra, con inserimenti e palleggio per fare il nostro gioco. Vuole sempre tanta intensità ma senza che la squadra perda equilibrio e sia io che i miei compagni ci mettiamo a sua piena disposizione. Senza questo i risultati non sono possibili, e quelli raggiunti sono figli del gran lavoro fatto con il tecnico”.

Dopo aver vissuto i primi mesi lontani, la tua metà Ida Bengtsson, difensore del Lecce Women, ti ha raggiunto. Come si trova lei, sul campo e fuori? Quant’è stato d’aiuto per te il suo arrivo?

“In Svezia vivevamo già insieme, ma con il mio trasferimento lei ha dovuto attendere praticamente fino a fine anno solare prima di raggiungermi, poiché lavorava lì. Stare lontani non è stato semplice e da quando è arrivata mi aiuta tantissimo nella mia quotidianità quindi sì, mi è stata d’aiuto per la mia crescita. A lei piace tanto Lecce e la realtà del club femminile in cui gioca. Si trova benissimo sotto ogni punto di vista”.

Passando allo spogliatoio, con chi dei tuoi compagni è nato un rapporto particolare?

“Posso parlarti in generale, dicendo che per ragioni squisitamente tecniche ho inizialmente legato di più con chi parlava inglese, anche perché il mio italiano non era sufficiente. Tuttavia con il tempo siamo diventati molto amici tutti quanti, e anche chi mastica meno le lingue mi ha dato da sempre una mano ad integrarmi, in campo e fuori. Siamo un gruppo fantastico”.

E ora il gruppo dovrà dimostrare tutta la sua forza in questo rush finale. Vi sentite pronti per i big match in sequenza che vi attendono?

“Siamo tutti, esperti e giovani, consapevoli delle finali a cui siamo chiamati. La strada per farcela, il segreto per il successo, è solo uno: affrontare step dopo step le partite perché sappiamo che, a questo punto, ogni errore e ogni vittoria pesano e ogni match può essere decisivo alla fine dei giochi. Sappiamo di dover lottare su ogni pallone per raggiungere l’obiettivo e faremo il massimo restando sempre concentrati sulla prossima partita. Dunque, ad oggi, pensiamo solo e soltanto alla Salernitana”.

Chi pensi saranno le vostre rivali principali per la lotta alla promozione? Questo Lecce può farcela?

“La classifica dice che siamo secondi e sappiamo che, affrontando al meglio questo periodo, possiamo farcela. Non sarà per nulla facile perché abbiamo a che fare con rivali agguerrite, come un Empoli che si è dimostrato molto forte o un Monza che ha una grande rosa. Per questo se vogliamo arrivare lontano dobbiamo lavorare per esprimerci al meglio e continuare su questa strada”.

I tifosi giallorossi ti apprezzano per le tue qualità e per l’impegno che dimostri sul rettangolo verde. Che messaggio vuoi dare loro?

“Li voglio ringraziare perché, nonostante il periodo di lontananza al quale siamo costretti, mi hanno sempre fatto sentire il loro appoggio e la loro passione. Grazie per come mi hanno accolto, sostenuto nei momenti difficili e spinto in ogni partita e non solo. Non vedo l’ora di giocare in un Via del Mare colmo della loro passione a spingere il Lecce a fare il massimo in ogni partita”.

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Gianni
Gianni
3 anni fa

Avrà un grande futuro ⚽???

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3 anni fa

?❤️??

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3 anni fa

É un ottimo centrocampista

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3 anni fa

John sei un bravo ragazzo, sei il nostro futuro ????❤️

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3 anni fa

È forte dal gol in poi in costante crescita

Matteo Rigato
Matteo Rigato
3 anni fa

Che giocatore Johnny

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3 anni fa

ma che grandeee

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3 anni fa

Questo ragazzo si sta facendo sempre più apprezzare!

Maurizio Perrone
Maurizio Perrone
3 anni fa

Bellissima intervista, siete i migliori come informazione web. Continuate così

RosarioBiondonelcuore
RosarioBiondonelcuore
3 anni fa

Condivido pienamente

Giorgio Cheva
Giorgio Cheva
3 anni fa

Grande johnnino…idolooo

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