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Lecce, troppa leziosità nelle ultime uscite. E’ ora di ritrovare efficacia

Scelte troppo spesso ricadute sulla giocata difficile piuttosto che su quella lineare hanno tolto fluidità al gioco giallorosso.

Non si sa se per mancanza di lucidità dettata dalla stanchezza o perché quando si è lì in alto può capitare di essere presi dalla rarefazione dell’ossigeno peccando un po’ di presunzione, ma di recente i giallorossi hanno spesso scelto le strade tortuose anziché quelle più semplici. Un qualcosa che nel Lecce raramente (o mai) avevamo visto nel girone d’andata, in cui la formazione di Baroni ha spadroneggiato (in termini di prestazioni) con una facilità che appariva disarmante. E che invece altro non era che l’applicazione, sudata e laboriosa, dello spartito preparato negli allenamenti.

Ce ne siamo accorti per la prima volta nei primi minuti di Como, quelli che hanno fatto infuriare Baroni e che, molto probabilmente, sono costati il successo al pari del rigore-palo di Coda. In 4 minuti 3 palle perse con errori da matita blu scuro, causati da tentativi di improbabili (e inutili) dribbling quando di fronte, o di fianco, si avevano compagni che attendevano solo il più facile degli scarichi.

Episodi, si pensava. Invece con il Benevento le cose sono peggiorate. Da una parte un Lecce che, seppur in partita, si complicava la vita da solo con le solite testarde serpentine e scelte tecniche a sperperare gli spazi a disposizione, dall’altra un avversario che con 4-5 passaggi arrivava alla facile conclusione. Due episodi su tutti che rendano l’idea: Coda che, per lanciare Majer a campo spalancato, opta per un incomprensibile trivela laddove serviva il più pulito piatto traendo in inganno il compagno (giocata ripetuta ad Alessandria con Ragusa); e Gargiulo che, con Listkowski completamente libero a due metri da Paleari, cerca un tiro mancino dai 20 metri in torsione che nemmeno dalle parti del Maracanà sono avvezzi a tentare. Poi, anche qui, gara di rincorsa per raddrizzare il tiro.

Al Moccagatta, infine, il tre su tre di gare da capolista (intesa come giornata iniziata da) dal carattere troppo lezioso. Ne è venuto fuori il peggior Lecce degli ultimi mesi, che rispondeva alla ferocia dell’Orso piemontese con tocchi di fioretto ed una sciabola lasciata nel primo tempo della sfida con il Vicenza. I colpi di tacco, ve ne sarete accorti, hanno sfiorato la doppia cifra. Anche qui è testa a testa con le spiagge di Copacabana. Il tocco pulito (tanti esterni, pochi piatti), semplice, a far girare squadra e compagni, è lontano ricordo. Maglie avversarie strette, per carità, ma anche quando lo spazio c’era la scelta è andata sempre e solo verso la difficoltà.

E come la mettiamo con il gol di Coda, nato da un prodigio del singolo al quale nessuno di noi, in quel momento dell’azione, avrebbe pensato? Ci mancherebbe, lungi da noi denigrare fantasia e tecnica del gioco, men che meno di un Lecce esaltato dalle prodezze di Strefezza, Majer, Di Mariano, Coda e persino di capitan Lucioni, che con la cavalcata anti Monza ancora ci tiene lì ad esultare estasiati. Per questi numeri, però, ci sono tempi e spazi. Il 98% del lavoro di squadra è quello sporco e di gestione propedeutico ad apparecchiare per la giocata, facile o difficile che sia. Quelle fini a sé stesse sbilanciano queste percentuali, ed i risultati si sono visti. Baroni non ne è contento ed avrà lavorato anche su questo. Il resto tocca farlo sul campo.

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Pablo
Pablo
2 anni fa

Forrza Lecce forza magico Salento

Carlo
Carlo
2 anni fa

Quando giochi sempre allo stesso modo capita spesso che le squadre avversarie ti prendono le misure allora bisogna cambiare. Il problema è questo. La rosa è ampia e di qualità per cambiare….

Sergio Musillo
Sergio Musillo
2 anni fa

Siamo lì anke x Baroni, tutti allenatori

LegoX
LegoX
2 anni fa

Come accade anche per altre squadre, credo che la stanchezza e la preparazione atletica individuale condizionino le scelte anche nel passaggio.
Spero che il mister approfitti della partita casalinga per far rifiatare un po’ i centrocampisti partendo con un 4-2 (Hjulmand – Blin) – 3 (Ragusa – Delgado – Strefezza) – 1 (Coda) che assicura maggiore presenza e soluzioni in area avversaria.

Pove
Pove
2 anni fa
Reply to  LegoX

Concordo sul modulo! Ma Baroni sarebbe in grado di morire pur di conservare il 4-3-3! Con i soliti Gabriel,Coda e Gendey dell’ave Maria!

Luca
Luca
2 anni fa

Bisogna tirare di più in porta, contro squadre che si chiudono dietro non si può pensare di entrare in porta con il pallone, le partite si vincono anche con deviazioni fortuite errori della difesa, piu palloni vanno verso la porta meno ripartenze e piu rischio per gli avversari.

Luigi
Luigi
2 anni fa

Esattamente quello che ho commentato in altri interventi, mancanza di un gioco semplice ma efficace.

Zagor
Zagor
2 anni fa

Sintomo che qualcosa nello spogliatoio non sta funzionando. O Baroni riesce a ricucire subito questo strappo o vedremo sempre queste giocate. Ripeto questo Lecce sicuramente poteva giocare in serie A e mantenere la metà classifica. Ci sono purtroppo anche delle colpe da parte di Baroni con alcune scelte a volte incomprensibili , ma è una mia opinione personale.

Gianni
Gianni
2 anni fa
Reply to  Zagor

Non esageriamo dai! Semmai per l’ultimo posto della A, ce la potevamo giocare con la Salernitana! Siamo troppo scarsi!

Corrado
Corrado
2 anni fa

Parole sante. Poca lucidità.

Giannuzzo
Giannuzzo
2 anni fa

Concordo pienamente con l’autore dell’articolo

Carlo
Carlo
2 anni fa

Verissimo

Novolese
Novolese
2 anni fa

Credo che il calendario fitto contribuisca a ciò

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