Le statistiche della gara pareggiata ieri dai giallorossi al San Vito-Marulla consegnano un quadro che stride con l’andamento della contesa, irrimediabilmente sporcata dal blackout difensivo nelle palle-gol sfruttate dai padroni di casa.
In caso di vittoria del Cosenza, la partita di ieri sarebbe finita nel novero delle gare in cui le statistiche sono, a tratti, inversamente proporzionali al risultato finale. Giusto per confermare il teorema, di zemaniana memoria, sulla casualità del risultato al contrario della prestazione. Il Lecce di ieri ha pagato gli errori difensivi in occasioni delle reti di Larrivey e Millico. In entrambi gli episodi, purtroppo, Lorenco Simic si è macchiato di sbavature che, visto l’andamento della gara, avrebbero magari portato il risultato verso altri lidi.
Il Lecce ha mantenuto alte percentuali di possesso palla (62% a 38%) e confezionato più del doppio dei passaggi. L’alta pericolosità di Coda e compagni (2.24 a 1.62) conferma anche una sorta di più corposa produzione offensiva, anche se sul fronte cosentino non sono mancate addirittura le occasioni per il colpo del ko (Millico al 57′ e Laura al 61′). Il Cosenza, premiato dalla doppia conclusione di Larrivey, ha trovato fiducia dopo il rigore della mancata doppietta sbagliato da Coda. Ben 63 intercetti difensivi hanno premiato la tenacia dei ragazzi di Bisoli, che hanno accarezzato fino alla fine la possibilità di ribaltare la capolista.
Una sola parola VERGOGNA.