
I salentini si trovano a metà campionato con un bottino per il quale avrebbero firmato. Eppure le prestazioni espresse avrebbero meritato anche qualche posizione in più
Il Lecce scollina il cammino tortuoso che lo porterà alla trentottesima giornata del campionato di Serie A con la sconfitta di Verona, mitigata però dallo sguardo ad una classifica che, al momento, fa sorridere. Dopo 19 match disputati i giallorossi si trovano a quota 20, esattamente la metà di una quota salvezza che, sappiamo, dovrebbe in realtà essere più bassa di almeno 4-5 punti. Un primo step che rende il mini bilancio invernale certamente positivo, eppure non è questo il miglior aspetto di quanto visto fino ad oggi.
PRESTAZIONI SOPRA LE ASPETTATIVE. Se un po’ tutti in casa Lecce avrebbero firmato per giungere fin qui con 20 punti in saccoccia, forse nessuno avrebbe nemmeno osato immaginare di giocare così tante partite positive. Tante che, in tutta sincerità, è opinione diffusa che vi sia un po’ di amaro in bocca per aver virato a “solo” 20 lunghezze. Escluse Verona (ma è stata una gara rovinata da un pessimo secondo tempo dopo un primo che meritava il vantaggio) e Bologna, il Lecce non ha mai davvero toppato. Prove poco brillanti con Torino e Cremonese (ma solo tre occasioni subite), certo, ma siamo sempre nell’ordine della normalità. Meno preventivabile, vista l’incertezza che si porta dietro un salto di categoria, era arrivare a vedere un Lecce così pimpante nelle altre ben 15 occasioni.
E MANCA QUALCHE PUNTO. Grande grande rammarico per quei punti sfuggiti per un nulla con Inter, Sassuolo, Juventus, Udinese, Spezia e Milan. Addirittura connotati scandalistici dietro alle gare con spinta (all’avversario) disputate a Roma ed in casa con il Monza. In tutto ciò è lecito, grossomodo, sentirsi mancare almeno 4-5 punti che avrebbero reso magnifico un girone d’andata positivo.
IL GIOCO SI FA DURO. Qualche peccato di gioventù, un po’ di sfortuna ed errori altrui non hanno reso possibile un avvio ancor migliore. Volenti o nolenti, bisogna accettarlo, fa parte del calcio. Il fatto di uscire da questa metà stagione addirittura rammaricati per non essere più su in graduatoria è un buon segnale, indicante che la strada del gioco, della mentalità, dell’identità del collettivo di Baroni è quella giusta. A patto di cogliere tutto quanto di buono a fatto e dargli ancor più valore, imparando magari da ciò che è mancato. Ora il gioco si fa ancor più duro. Ora arriva un girone di ritorno in cui il Lecce dovrà dimostrare che è diventato grande.
