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Coppitelli a CL: “Sento l’affetto della gente per la Primavera. Qualcuno già pronto per la prima squadra…”

Abbiamo avuto il piacere d’intervistare il tecnico della Primavera del Lecce per cercare di conoscere di più la quotidianità e gli aspetti più importanti del bel momento in campionato. I segreti del successo, però, partono da lontano

Primo posto, miglior difesa e un rendimento che nel 2023 ha conosciuto solo vittorie dopo la sosta mondiale. Quali sono stati i segreti di quest’inversione di rotta?

“Credo che la squadra abbia sempre fornito delle belle prestazioni durante l’anno. Da parte nostra c’è sempre stata la prestazione. Nella seconda fase stiamo raccogliendo più punti, siamo migliorati in delle cose lavorando quotidianamente ma complessivamente abbiamo i punti che ci meritiamo distribuiti in base alle prestazioni che abbiamo fatto. Ricordo delle partite che abbiamo perso immeritatamente, a Roma per esempio, ed altre più equilibrate, come a Genova con la Sampdoria o con la Fiorentina dove siamo stati più maturi e abbiamo raccolto di più rispetto all’avversario”

Dopo otto vittorie consecutive e un +4 sul terzo posto c’è la partita in casa dell’Inter. Come si mantiene alta la concentrazione evitando voli pindarici?

“Nel nostro campionato non si possono fare calcoli. La Primavera 1 è un campionato senza grandi distacchi. Quest’anno forse c’è il Cesena che ha un po’ meno, ma le squadre sono tutte lì. Per esempio, quando verrà qui l’Udinese verrà una squadra di calcio, forte, con dei valori non distanti dai nostri. Non è solo una questione di concentrazione, è anche tecnico-tattica. 17-18 squadre sono sullo stesso livello. La continuità è difficile in questo campionato, infatti il ciclo di vittorie ci ha proiettato su. In altri momenti abbiamo fatto 1 punto in cinque partite. Esempio: con il Bologna abbiamo perso meritatamente. C’è un mondo tecnico tattico oltre la concertazione”

Recentemente abbiamo sentito parlare del Lecce Primavera come una famiglia più che una squadra di calcio. Oltre che guida tecnica e allenatore, si sente una responsabilità in più e qualche ruolo in più nella crescita umana e sportiva di questi ragazzi?

“Posso dire questo: qui ho trovato una realtà molto organizzata, a partire da Corvino passando per De Toma, una persona che lavora 28 ore al giorno per facilitare la vita ai ragazzi. Tutti i componenti dello staff permettono al Lecce di creare una realtà che fa star bene i ragazzi dentro e fuori il campo. Io sono un tassello di questo ingranaggio e le prestazioni della squadra sono frutto anche di questo. Parlando in inglese cerco di arrivare in punti più profondi sul campo, ma le buone partite dipendono da tutta l’organizzazione del Lecce”.

Borbei, Vulturar, Hasic e Burnete sono al terzo anno nella Primavera giallorossa. Avere degli elementi più ‘esperti’ aiuta l’inserimento dei nuovi?

“Sottolineo spesso la lungimiranza della società. Si pensava di fare un campionato un po’ più tranquillo rispetto all’anno scorso e la società aveva già visto prima le potenzialità di dei ragazzi. Ve lo garantisco, sono nel calcio da tempo e non è una cosa comune avere quest’idea. Loro, che sono qui da più tempo, creano quel concetto di famiglia, lo stare sempre insieme, fatico a trovare una parola unica per descrivere questo senso comune che abbiamo. Per chi arriva è più facile paradossalmente ambientarsi a Lecce in un contesto così con tanti pari”.

Nell’economia del lavoro di un settore giovanile e al fine di plasmare al meglio i calciatori, quant’è importante scendere in campo con gli stessi principi tattici della prima squadra?

“Il campionato Primavera è già un campionato di risultato. I nostri giocatori, tra qualche mese, chissà qualcuno anche prima, devono essere pronti per essere utili alla prima squadra o, in generale, in una prima squadra. Devono saper giocare per il risultato e la Primavera 1, con le retrocessioni, aiuta quest’aspetto. Parallelamente, i ragazzi sono attaccati uno con l’altro e si pensa a produrre elementi per la prima squadra anche appunto per il sistema di gioco e per principi da sviluppare in campo. Quando si scelgono i giocatori si pensa sempre a un’ottica futura basata su quel sistema di gioco lì e su quei principi lì”.

Evitando la classica domanda, ovviamente da dribblare, su chi sarebbe il principale candidato per il salto in prima squadra, è innegabile non parlare del momento d’oro di Burnete. L’attaccante, 10 gol in 6 partite e 12 gol totali, ora lotta anche per il titolo cannonieri. Al netto del contributo alla squadra, come commenta il suo rendimento?

“Burnete è sicuramente un’espressione importante di ciò che stiamo facendo. E’ la fotografia del percorso che sta facendo questa squadra, sta raccogliendo secondo me il lavoro e le prestazioni seminate nella prima fase. Ora arrivano i gol in più ma il ragazzo ha fatto sempre bene. Auguro a lui, e agli altri, di continuare così e di trovare soddisfazioni”.

C’è tanta attesa per Daniel Samek, un ragazzo che è arrivato nella Primavera del Lecce dopo aver giocato anche per il titolo in Repubblica Ceca con presenze anche in Conference League…

“Dani ha fatto un percorso diverso rispetto ad altri ragazzi, di primo livello. Il processo di ambientamento in Italia non è semplice e lineare e quest’anno lo aiuterà a essere pronto ad avere una possibilità importante”

Cosa l’ha colpita di Pantaleo Corvino e qual è stato il fattore decisivo per accettare Lecce?

“In relazione al tempo in cui sono stato qui è la realtà in cui mi sento di essermi espresso meglio avendo trovato l’armonia giusta. Mi sento bene e lavoro al meglio. Mi colpisce la sua attenzione alla Primavera, è importante. La mattina presto facciamo sempre dei meeting di buon’ora. E’ bello che un direttore della sua altezza segua così tanto l’evoluzione dei ragazzi”

Nel 2019/2020 ha allenato per 6 partite l’Imolese in Serie C, senza però riuscire a collezionare vittorie in campionato. Si dice spesso che anche, o soprattutto, le esperienze negative insegnino tanto nella vita e nel lavoro. In cosa si sente migliorato dopo quel passaggio in C?

“Devo dire la verità poco (sorride, ndr). Sicuramente feci una scelta sbagliata, in una situazione di fatto non sviluppatasi. Sono stato un mese a Imola e ci sono state tante dinamiche. Di certo non ho più la fretta di crescere come quando lasciai la Primavera cinque anni fa. Ora tra qualche anno vorrei solo la soddisfazione personale come lo sono ora. L’Imolese mi ha insegnato questo. Sul piano tecnico ho imparato che nel calcio dei grandi il tempo è un fattore importante, ma è un discorso lungo. C’è meno tempo nel percorso di miglioramento dei grandi”.

Com’è lavorare con Ernesto Javier Chevanton, una bandiera per Lecce, il Lecce e il Salento?

“E’ una persona che ha la maglia del Lecce tatuata addosso, ha amore per la città e lo trasferisce ai ragazzi. Tecnicamente aiuta molto poi i ragazzi. Unisce molto questi aspetti e per la squadra è importante avere sul campo un calciatore che ha scritto la storia del Lecce”.

Nel 2003, prima dell’ultimo atto del campionato di Serie B contro il Palermo, di fatto uno spareggio-promozione, la Curva Nord espose uno striscione “Ma che bella Primavera…” per omaggiare le vittorie dei giovani giallorossi di Rizzo. Esattamente 20 anni dopo, sogna che lo spettacolo potrebbe ripetersi?

“Sento molto l’amore e l’attenzione del pubblico del Lecce per la Primavera, lo vedo al campo, in strada, anche a Galatina col Cesena. Rendere orgogliosi i tifosi è fondamentale. Dall’altro lato, non voglio abbassare gli entusiasmi, ma sottolineo che è un campionato difficile. Col Torino sono arrivato spesso terzo, quarto e durante l’anno si era a 2-3-4 punti dalla quartultima. Basta pensare che il Lecce l’anno scorso si è salvato a 40 punti, mi sembra, per il rotto della cuffia nell’ultima giornata e la Sampdoria ha fatto i playoff con 51. Undici punti non sono le differenze che ci sono in A tra chi fa l’Europa League e chi si salva. Esserci salvati già a febbraio e non esserci mai guardati dietro dà l’idea dello spessore del campionato che abbiamo fatto. Non c’è stato mai un momento in cui siamo stati nelle ultime quattro. Capire dove possiamo arrivare è difficile. Mi fa piacere che ci sia entusiasmo, dà visibilità ai ragazzi e mi fa felice. E’ sbagliato però identificarci solo con le ultime vittorie in successione”.

 

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Franz
Franz
1 anno fa

Brava persona e competente.👏💛❤

Ucciu la conza
Ucciu la conza
1 anno fa

Signuria tocca alleni Lu Lecce rande Ca Baroni stae confusu stu periudu.

RosarioBiondonelcuore
RosarioBiondonelcuore
1 anno fa
Reply to  Ucciu la conza

Ecco qua invece di fare i complimenti per lo splendido campionato dei giovani, si denigra il lavoro eccellente svolto da mister Baroni. A volte è meglio stare zitti e passare per intelligenti piuttosto che aprire bocca e dimostrare i propri limiti.

Anecamina
Anecamina
1 anno fa
Reply to  Ucciu la conza

Ane camina, Ucciu ca sconza!

Salvo
Salvo
1 anno fa

Molti spunti interessanti in questa intervista. Mi piace come ragiona Coppitelli. Non fa che confermare tutto il bene che già pensavo di lui

PS: dei nuovi arrivati mi ha molto colpito McJannett, il ragazzotto della verde Irlanda ha chiaramente stoffa, se continua a confermarsi così…

Last edited 1 anno fa by Salvo
Luca Mesagne
Luca Mesagne
1 anno fa

Forza ragazzi il SALENTO è con voi 💛❤

Lupo Alberto
Lupo Alberto
1 anno fa

Ma che bella Primavera!
Speriamo un giorno di avere dei nostri ragazzi salentini …….forza Salento non mollare mai!

Sandro
Sandro
1 anno fa

Grandi ragazzi, e lavoro PAZZESCO di Corvino e Coppitelli.
Tocchiamo ferro: per ora, la stagione, è stata MERAVIGLIOSA.

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