L’allenatore serbo della Sampdoria si esprime così in sala stampa
PUNTO CHE SERVE POCO. “Puoi avere un’idea e poi ogni domenica ci sono sorprese. Non posso dire che i ragazzi volevano giocare in quel modo, ma l’approccio non è stato dei migliori di quest’anno. Usciamo da una settimana molto dura a livello mentale, molto tosta e io con il mio staff, parlando, ho detto di aver paura di portare questo anche a Lecce. Ci sono anche i secondi tempi nelle gare che con qualche aggiustamento, qualche cambio per chi giocava tanto sottopressione. L’abbiamo raddrizzata e in sette minuti ho spiegato delle cose. Abbiamo tolto rischi, tolto profondità, siamo stati verticali e diretti ma per questo esiste il calcio, il gioco più bello del mondo, non si sa cosa ci si aspetta”.
QUATTRO CAMBI. “A Sabiri avrei dato nuove opportunità anche prima, ma va portato a livello mentale e fisico. Non c’è nulla con lui, solo lui può fare la differenza, è giovane, ha 7-8 anni di carriera a alto livello ma non deve mai mollare. Il successo arriva dopo, devi curarti, devi migliorare ogni giorno per andare a contrasto. Il calcio non è solo suola e smistare la palla. Devi lavorare su due fasi. E’ come un bambino che corre dove va la palla. Devi essere una bestia per giocare in A. Il cerchio nella pausa lo facciamo spesso, ci confrontiamo, parliamo. Non posso dire che siamo fratelli, ma siamo amici, condividiamo lo stato d’animo e le emozioni. Si capisce molto parlando coi giocatori. Lottano con sé stessi, ognuno lotta con sé stesso. Volevo sentirli subito, non è facile. Per chi arriva è difficile giocare ogni domenica con l’acqua alla gola. Abbiamo l’obbligo di essere sempre in piedi anche quando ricevi dei colpi. Il Lecce è entrato molto bene ma non si può verticalizzare dopo 30 minuti, per questo ho deciso di cambiare e ho dato una scossa”.
JESE’ E DOPPIO PLAY. “Dipende dalla partita. La squadra del Lecce è giovane, viva, veloce. Abbiamo cercato di vincere più seconde palle. Lì sono bravi, Hjulmand arriva dappertutto e poi hanno velocità davanti e si trasformano in un attimo. Eravamo pigri sulle scalate, si doveva partire prima e non puoi sottovalutare. Sul primo gol se si comincia a scalare prima si salva la situazione. Portiamo le cose dove si deve cambiare, modo di stare in campo e modo di affrontare l’avversario. Lo faremo già da domani e metteremo i giocatori in modo di affrontare le partite. Jesè è con noi, le scelte le faccio io e lui lavora bene nonostante qualche acciacco. Non si è mai tirato indietro e il gol è il premio per la sua onestà”.
GABBIADINI E DJURICIC. “Gabbiadini ha dato tanto. Dopo la guerra sono tutti generali. Volevo mettere Quagliarella, giocare con due punte vicine e mettere Cuisance tra le linee. Gabbiadini è uscito contento, è stato bravo nell’assist ma volevo cercare una palla lì negli ultimi minuti. Era felice al momento del cambio. Djuricic? Per me vale tanto. Serve uscire da crisi e problemi, poteva fare meglio con Cremonese e Roma ma gli dico di lavorare sempre. Serve un abbraccio, serve incoraggiarlo per ritrovare l’autostima e il coraggio di affrontare l’avversario. La semplicità fa la differenza e lui ha le qualità invece di cercare passaggi. E’ un 10 che fa tanto lavoro sporco”.
LECCE. “Sappiamo bene le regole non scritte del calcio. Se non uccidi la partita, il problema si ripresenta. Se Baschirotto non salva sulla linea dopo l’errore del portiere perdono tutto. Secondo me meritava molto di più, attaccano bene e difendono benissimo. Hanno ripartenze micidiali e raccolgono poco. La palla diventa una palla da tennis, cominci a nasconderti e non fai le cose che ti chiede il mister. Serve fortuna, ma il Lecce ha le qualità per far bene”.
Grande persona Stankovic
Mister onesto, un po di sfortuna ci sta “perseguitando”….forza ragazzi non si molla un centimetro, forza Lecce!
Realista bravo Mister
Ma vaffangulo
Grande mister
Stankovic,con lo Spezia mettici lo stesso inpegno