“L’obiettivo per gli stadi non è sugli Europei 2032 che ospiteremo. Io giro l’Europa, giro gli stadi e torno qui anche con amarezza e frustrazione, perché vedo che in altri Paesi europei si creano condizioni per lo sviluppo. Qui invece si parla di calcio pensando sempre di non voler dare il supporto necessario a tutti gli sportivi”.
“Ora serve davvero un patto per gli stadi visto che gli strumenti legislativi sono migliorati con correttivi che rendono l’iter amministrativo più fluido, ma non basta: stiamo immaginando fondi immobiliari per gli stadi, anche con la partecipazione di enti pubblici capaci di attrarre investimenti internazionali. E poi se non funziona sul piano locale, c’è anche la possibilità di chiedere il commissariamento centrale, se qualcuno vuole alzare bandiera bianca. Quello che serve però è fare, con un’agenda dignitosa del Paese al di là degli appuntamenti, come gli Europei del ’32″.