
L’ex tecnico giallorosso, protagonista delle salvezze 2000 e 2001, ricorda i bei tempi trascorsi nel Salento. Con la speranza che si ripropongano nell’imminente futuro.
Alberto Cavasin sa come si fa. L’allenatore, che nel ’99-’00 portò il Lecce a una salvezza in Serie A (bissata un anno dopo) che ai salentini mancava da ben dieci anni, ha parlato nel corso della trasmissione radiofonica 99° Minuto del ritorno dei giallorossi nel massimo campionato, non mancando di augurare loro la permanenza e di “consigliare” la società.
PROVINCIALE TERRIBILE. “Il Lecce ha nel suo dna la capacità di stupire, e con la spinta di una tifoseria così calda è passionale può sorprendere anche in Serie A. Così fu ai miei tempi, in cui oltre a centrare per due volte una salvezza che, alla luce della storia recente, era quasi utopia, riuscimmo a battere Juve, Inter, Lazio e a pareggiare a San Siro con il Milan. Facevamo tremare le grandi e sognare i tifosi. Sono stati anni davvero bellissimi”.
SPETTACOLO. “In questa stagione i giallorossi sono stati la squadra a proporre il miglior calcio nella categoria. La promozione dalla Serie B è stata a dir poco meritata, il gioco prodotto da Liverani ha fatto la differenza. L’entusiasmo che i leccesi sanno trasmettere alla squadra ha poi dato la spinta in più, e potrebbe esserlo ancora in più ora che si sarà da soffrire. E’ chiaro che ora non si potrà attaccare come è stato fatto sino ad oggi, a causa della differenza di valori”.
ESPERIENZA. “C’è un buon collettivo, uno zoccolo duro che può essere base adeguata per costruire il futuro in Serie A. La massima serie è tuttavia un campionato difficile, in cui servirà maggiore qualità ed esperienza. I giallorossi hanno tutte le carte in regola per salvarsi e per farlo anche con tranquillità, ma avrebbero bisogno di qualche acquisto di spessore, un po’ come ha fatto il Parma con i vari Gervinho, Bruno Alves eccetera. Il singolo che puntelli la rosa serve, a quel punto ci si potrà giocare qualcosa di importante con più tranquillità. In ogni caso, immagino lo stesso Lecce che ho vissuto da allenatore”.
