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QdP – Mazzola: “Lotta salvezza? Vedo uno sprint fra Genoa e Lecce. Liverani è un grande perché…”

L’ex calciatore dell’Inter e della Nazionale ha parlato a Il Quotidiano di Puglia (intervista di Antonio Imperiale) dell’emergenza sanitaria e del possibile ritorno in campo alla fine della quarantena.

QUARANTENA.Mi pare tutto così triste, così strano, la quotidianità perduta, surreale. Ora vivo qui, a Vedano sul Lambro, in provincia di Monza racconta al telefono. A Milano è peggio. Ma anche qui mi assale l’angoscia, il silenzio. Provo ad affacciarmi alle mie finestre, al secondo piano, le strade sono deserte, non ti giunge l’eco di una voce. Uno spaesamento totale. Una dimensione che non avrei mai immaginato di vivere. Il futuro è nei nipotini. Due si chiamano Valentino, come mio padre. Il piccolo ha 7 anni. Arriva a casa col pallone, palleggiamo insieme. Quello più grandicello gioca già all’Oratorio. Vado sempre a vederlo. Mi nascondo. Ma quando va in gol, mi scova, mi abbraccia. “Nonno, sarò bravo come te”, mi dice. Magari la storia continua. Quando collaboravo con la Rai, ho portato a casa i filmati delle partite della mia vita, quelle di papà Valentino. E stato tutto così bello. Sarà bello anche il domani. Vinceremo ancora. Ed il calcio regalerà ancora domeniche festose. Si discute se sia giusto che il calcio riparta, che i campionati siano portati a termine. Io dico di sì. Perché vorrà dire che avremo sconfitto il virus. E sarà la vittoria della vita”.

RIPARTENZA.Si dovranno giocare in A tutte le dodici giornate che sono rimaste, i recuperi. Inevitabilmente a tempi ristretti, considerato che ci sarà ancora da attendere. Magari a porte chiuse, se dovesse essere necessario. Mi piace sperare di no, perché so che non è bello. Mi capitò una volta a Bologna, il “Dall’Ara” muto. Oggi la tv ti porta le voci dei protagonisti in campo. Allora no”.

LA SALUTE PRIMA DI TUTTO.La salute prima di tutto. Il virus continua a farci pagare prezzi altissimi sul piano umano, insopportabili. Dovremo essere sicuri delle condizioni dei giocatori ai quali si chiederanno sforzi notevolissimi considerato che sarà una volata a tappe ravvicinate, dopo una sosta troppo lunga. Ci vorranno i controlli necessari”.

COSA FARE ORA?Il calcio deve guardarsi intorno e capire come tutte le componenti sociali stiano soffrendo. La Juventus è sempre la prima a saper guardare avanti, trovare soluzioni. Sul fronte calciatori ho grande ammirazione per Tommasi che sa far muovere con intelligenza l’Associazione. Ho fatto il sindacalista pure io, in un tempo nel quale non c’era nessun rispetto per i calciatori più deboli. C’era un sindacato, allora, molto vicino ai presidenti. Quando eravamo nella Nazionale, io, Rivera, Bulgarelli, ricevevano richieste di aiuto da parte di giovani che negli ultimi mesi venivano messi fuori rosa e poi non venivano pagati. Ci impegnammo per loro. Segnammo una svolta. Una volta mi telefonò Andreotti. “Sai, io ero tifoso ed amico di papà tuo. Vediamo come si può affrontare la situazione”. Ci vuole buon senso. La baracca la si salva tutti insieme. Il mondo delle scommesse mi fa venire un po’ la pelle d’oca se penso a certi precedenti”.

SE SI RIPARTE, CHE CAMPIONATO SARA’?Spero positivo per la mia amata Inter. Una volta, a Linate, venne a trovarmi Boniperti per propormi la Juventus. Mi girò la testa. Non riuscivo più a studiare, a mangiare. Lo dissi a mia madre, che trasalì: “Tuo padre si rivolterebbe nella tomba”. Io sono interista, il primo gol in serie A l’ho segnato da ragazzino nello storico 9-1 quando l’Inter mandò in campo la Primavera contro la Juve per protesta. Io tifo per Conte. E uno che entra nella testa dei calciatori come faceva Herrera con noi. La Juventus è grandissima, la Lazio è molto bella. In coda Brescia e Spal mi sembrano già compromesse, vedo in difficoltà il vecchio Torino che amo nel nome di papà. Torino è anche la città in cui sono nato. Ricordo la prima volta che andai a giocare al Filadelfia. Guardai la vetta di Superga, non capii più niente. Fu come rivedere papà. Meazza venne ad abbracciarmi. I Toro di Longo ha qualcosa in più delle altre, il suo sarà solo un problema di testa. Vedo uno sprint fra Genoa e Lecce”.

LECCE DI OGGI.Il Lecce ha un grande allenatore. Liverani sa far giocare bene la squadra, legge le partite, sa cambiare in corsa, è autorevole. Io credo molto nel recupero di Farias che conosco bene. Ti inventa il gioco, la partita. Può essere l’arma vincente”.

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