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Conticchio a CL: “Col Bari un’apoteosi, e che polemiche col Torino! Io, la bestia nera della Juventus perché…”

Ospite della nostra diretta Facebook, l’ex centrocampista del Lecce non poteva che esordire con la disamina dei gol più belli della sua militanza al Via del Mare.

Appuntamento succoso e pieno di aneddoti mai svelati quello curato ieri dalla nostra redazione con ospite Alessandro Conticchio. Il “Sindaco”, già nelle prime battute della trasmissione, ha rivissuto il gol nel derby vinto sul Bari l’11 dicembre 1999.

L’ELEZIONE A SINDACO. “Il soprannome sindaco trae origine dal primo allenamento dopo Lecce-Bari 1-0. I tifosi vennero a Calimera e misero uno striscione con scritto ‘Conticchio Sindaco‘. Da quel giorno tutti mi chiamarono sindaco. Era un derby particolare, il primo in A dei Semeraro, il primo per tanti. Il Bari era molto forte, ci mise in difficoltà nel primo tempo sfiorando il gol, e fu un periodo di preparazione lungo per una partita importantissima. L’azione? Mancavano 15 minuti alla fine, il campo era un disastro. Giocavamo solo a lanci”.

L’APOTEOSI. “Dopo il primo controllo sono stato fortunato ad avere la palla vicino alle gambe. Con un tocchettino saltai quel ‘pollo’ di Neqrouz che venne a contrastarmi a duemila all’ora e poi ho messo dentro sotto l’incrocio. A volte rivedo l’esultanza. Ci misi cinque minuti a rimettermi la maglia. Ricominciò il gioco e non riuscivo a sistemare la maglia, la indossai girata e io stavo ancora a rigirare la maglietta. Ero fuori di testa. Non capivo niente, ho ancora i brividi a parlarne“.

PALLONETTO VINCENTE AL VIA DEL MARE. Il discorso si sposta poi sulla rete del raddoppio in Lecce-Juventus 2-0 del 25 settembre 1999, quando il Sindaco raddoppio l’iniziale gol di Lima con un pallonetto nel finale. “Ricordo innanzitutto la capocciata con Lima in occasione del gol del vantaggio da lui realizzato. Giustamente, la Juve ci mise alle corde, ma ricordo la voglia di chiudere la gara al 90′. Ripartimmo con un contropiede micidiale, Colonnello prese la traversa e sul mio pallonetto venne giù lo stadio“.

IL TUFFO AL DELLE ALPI. Conticchio segnò alla Juventus anche in un pareggio 1-1 al Delle Alpi: “Avevamo preso gol nel minuto precedente con Tudor. Colonnello mise un cross tagliatissimo dalla trequarti, presi la palla in tuffo. Van der Sar non se l’aspettava. Fare gol a Torino, contro una delle formazioni più forti, fu pesantissimo. I punti non preventivati sono sempre pesanti. Io bestia nera della Juve? Vero, ebbi un incidente con Ferrara, che stette un anno fermo, e poi, direi, che i punti persi dalla Juventus con il Lecce pesarono quell’anno”.

LA CONFESSIONE DI ANCELOTTI. “Alla fine della stagione feci una tournée in America col Milan. Corvino mandò me, Tonetto e Savino. Ancelotti, passato al Milan dalla Juventus, disse che preparava le partite contro il Lecce dicendo sempre il mio nome. Comandava attenzione ai miei inserimenti”. 

GOL SALVEZZA COL TORO. Parlando di valore specifico, la rete d’oro del Sindaco fu il 2-1 siglato al Torino nella gara salvezza del campionato 1999/2000: “Il gol più importante? Metto il 2-1 col Torino, in uno spareggio-salvezza. Andammo in vantaggio col gol di Sesa, c’era tensione dopo il pari di Ferrante su rigore. Loro dovevano vincere a tutti i costi, ma anche noi. Eravamo arrabbiati per alcune dichiarazioni che ci sono state in settimane. Cavasin fu espulso e raggiunse la tribuna dove perse la testa con dei dirigenti del Torino. Ci furono appunto parole che misero benzina sul fuoco da parte di qualche giornale. Il mister, una volta sfogato, si sfogò dicendo loro ‘noi la maglia ce la sudiamo'”. 

RETROSCENA SALVEZZA. “La settimana fu vissuta con tanta tensione. Tutti pensavano che il Torino avrebbe fatto un boccone del Lecce. Con Alberto Savino guardavamo i filmati del Toro, e notavamo che Ferrante si buttava spesso a terra per cercare dei rigori, ne ebbero tanti. Lui mi disse ‘appena Ferrante fa così lo butto fuori dal campo’. E ricordo un attimo con un intervento rude ma senza contatto tra Savino e Ferrante: il nostro difensore prese fisicamente l’attaccante avversario, che si buttò a terra, e lo scaraventò davvero fuori dal campo. Cavasin vinse la panchina d’oro. Anche questo dato, vedendo il mio tecnico tra Sacchi, Lippi e altri big, dimostra il bellissimo lavoro che facemmo”. 

L’ANNO DELLA RETROCESSIONE. Conticchio esamina infine la stagione 2001/2002, conclusa con il salto in B del Lecce allenato da Cavasin prima e Delio Rossi poi. Anche qui, l’ex centrocampista rivela: Quell’anno perdemmo Lucarelli, che andò al Torino. Secondo me, se avessimo avuto un bomber del suo calibro, ci saremmo salvati. La società provò a riprenderlo ma alla fine non se ne fece nulla. Popescu a Lecce? Un calciatore dall’indubbio valore ma un ragazzo particolare. Un giocatore straordinario ma leader silenzioso, rimase troppo chiuso in sé stesso. Apprezzai le sue qualità, anche se era a fine carriera. Arrivò a Lecce un pelino tardi”. 

RICORDO PER KLAS INGESSON. “Vorrei ricordare Ingesson, purtroppo è scomparso. Sembrava freddo e distaccato, ma aveva qualità umane straordinarie. Ci manca”.

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