Un anno fa, l’11 maggio 2019, il Lecce si è aggiudicato per 2-1 il match casalingo disputato contro lo Spezia e ha festeggiato la promozione in A, a distanza di poco più di dodici mesi dal salto dalla C alla B.

Uno dei grandi protagonisti della stagione, che nel match con lo Spezia è subentrato ad Andrea La Mantia nel corso della ripresa, è stato l’attaccante Simone Palombi (oggi in forza alla Cremonese) che ricorda quella partita nell’intervista concessa a La Gazzetta del Mezzogiorno (curata da Antonio Calò).

RICORDI DEL MATCH. «Ricordo l’arrivo allo stadio un’ora e mezza prima della partita. Da brividi. Per entrare nel recinto, il pullman è passato, tra due ali di folla. L’entusiasmo e la passione della gente erano palpabili. Abbiamo avuto l’esatta percezione del calore, che ci avrebbe circondati dal primo all’ultimo minuto. Cosa che del resto già sapevamo, perché i supporter giallorossi ci hanno seguiti sempre ed ovunque e ci sono stati accanto nei successi come nelle sconfitte, ma anche quando andavamo in giro per la città, con la capacità di salutarci e di fermarci con garbo, senza alcuna invadenza. Ricorderò sempre con emozione il Lecce e Lecce, città nella quale oramai ho tanti amici. Verrò spesso in vacanza nel Salento perché è una terra meravigliosa ed accogliente».

ATMOSFERA PRE-MATCH. «Non facevo parte dell’undici base ma, come sempre accade in questi casi, sono sceso in campo con il resto del team, con la pettorina. Siamo stati accolti da un boato incredibile, dallo sventolio di bandiere e sciarpe. Ricordo il muro giallorosso presente sugli spalti. Tutto ciò ha dato una carica enorme a ciascuno di noi ed innanzitutto a chi ha giocato dall’inizio. Non a caso abbiamo indirizzato immediatamente l’incontro nella giusta direzione, sbloccando il risultato con Petriccione e raddoppiando con La Mantia».

UN PO’ DI TENSIONE. «Abbiamo preparato la gara come tutte le altre. Magari c’era un pizzico di tensione, perché il traguardo, al quale nessuno aveva osato sperare ad inizio annata, era lì ad un passo. Ma sapevamo di avere i mezzi per centrarlo e per regalare alla piazza ed a noi stessi una grande gioia. Sino ad oggi, la promozione in A, centrata con il Lecce, costituisce l’apice della mia carriera».

FESTA IN CITTA’. «Ce la siamo goduta minuto dopo minuto. Il pullman scoperto avanzava a fatica tra la folla. L’arrivo in una piazza Sant’Oronzo stracolma è stato da pelle d’oca. In questo modo, i tifosi ci hanno ringraziati dell’impresa compiuta e noi abbiamo ringraziato loro per la passione con la quale ci hanno sempre seguiti».

PARTITA DA RICORDARE. «È quella con il Venezia, della quarta giornata, vinta in rimonta con una mia doppietta. Nei primi tre turni avevamo raccolto molto meno di quanto avremmo meritato, facendoci rimontare dal 3-0 a Benevento e, per due volte, in casa, dalla Salernitana. Inoltre, avevamo perso di misura ad Ascoli. La sfida contro i lagunari, pertanto, era importantissima. Inoltre, è stata la prima, nella quale sono stato schierato da titolare, dopo avere saltato le prime due per infortunio ed essere subentrato nella ripresa in occasione di quella con il complesso marchigiano».

RICORDO DELLA STAGIONE. «Nel corso del campionato, si sono susseguiti numerosi match fondamentali nell’ottica di quello che è poi stato il traguardo finale che abbiamo centrato. Incontri, che ci hanno permesso pian piano di comprendere che avessimo le carte in regola per diventare ambiziosi, che ci fossero i presupposti per andare oltre l’obiettivo di salvarci, magari senza soffrire, che era stato fissato in estate. Così ci abbiamo creduto fortemente, costantemente supportati dall’intero ambiente».