Nell’ambito della nostra rubrica prepartita, abbiamo dialogato con il collega cagliaritano per fare un punto sulla formazione allenata da Walter Zenga a due giorni dalla gara con il Lecce

– Con il pareggio di Firenze il Cagliari ha raggiunto quota 40 punti, toccando così il classico “obiettivo minimo” della stagione. Mai come quest’anno, però, i rimpianti sono tantissimi dopo la partenza a razzo con Maran, interrottasi proprio a Lecce. Quali motivazioni ha il gruppo di Zenga in questo finale?

“Dall’arrivo di Zenga si è interrotta la striscia negativa di 12 turni senza vittorie, zero gioco e tanti punti persi in maniera ingenua. Sono stati fatti molti danni. Le motivazioni? Molto dipenderà dalla tenuta atletica, siamo in estate, giocare con determinate temperature non è semplice. Oltre alla condizione atletica, saranno importanti anche i nervi”.

– Cosa sta dando il successore di Rolando Maran alla squadra, dopo esser arrivato a Cagliari in un periodo strano, giocando di fatto solo dopo il lockdown?

“Zenga ha ridato un po’ di entusiasmo e tanta ‘garra agonistica’. Non avrà ottenuto tanti successi come allenatore, ma la sua personalità, la sua grinta, sono importanti. Aveva già questi valori da portiere. E’ una persona che non si vuole arrendere, che vuole dare sempre il massimo. Secondo me anche al Cagliari sta trasmettendo questi suoi valori. Si è vista una squadra che di rado ha mollato l’osso. L’eccezione? La sconfitta con il Verona, alla prima gara in rossoblu. Anche contro l’Atalanta, il Cagliari ha giocato in 10 giocando di carattere contro un avversario più forte”. 

– Quali sono stati, secondo te, i motivi del calo di una squadra che andava a mille e che ora un po’ si è ricomposta. Voci di mercato che caratterizzano il futuro dei big Joao Pedro, Nainggolan, Nandez ecc? O altri aspetti potranno incidere sul rendimento?

“Non credo. C’è stato un tourbillon legato a Nandez e alla sua situazione contrattuale. L’agente rivendicava degli aspetti, ma al giocatore è stato adeguato il contratto con una clausola rescissoria. I maligni parlano di situazioni extra campo. Per il resto è difficile capire il perché la squadra sia caduta dalle stelle alle stalle in così poco tempo”. 

– Il Lecce, colonia di ex rossoblu, ha invertito la rotta dopo sei sconfitte consecutive battendo la Lazio. Che partita ti aspetti e quali potranno essere i nodi tattici decisivi?

“Il Lecce è una squadra ostica. Liverani non è un tipo che lascia fare l’avversario molto facilmente. I tanti ex, tra cui Mancosu, sardo come Vigorito e punta di diamante giallorosse, vorranno far bene. I giallorossi non vorranno assolutamente fare da sparring partner al Cagliari e si presenteranno in Sardegna per conquistare l’intera posta. Mi aspetto una squadra che cercherà di vincere, ha le possibilità per farlo. In uno scorcio di campionato così particolare può succedere di tutto. Vedi il Milan: in una settimana ha battuto prima e seconda forza del campionato. Sarà decisiva la testa di entrambe le squadre e penso che potrebbe essere una di quelle classiche partite bloccate poi decise da una giocata del singolo”. 

– Che formazione ti aspetti dal Cagliari?

“I padroni di casa hanno tante defezioni. Pisacane non sta bene, Oliva in differenziato, Ceppitelli e Pellegrini da recuperare, Pereiro in permesso per il decesso del padre. Zenga potrà fare qualche cambio in attacco: Joao Pedro è apparso stanco nelle ultime apparizioni. Davanti a Cragno, potrebbero agire Walukievicz. Klavan e Carboni in difesa. Cigarini tornerebbe in regia al fianco di Rog, con Nandez e Mattiello a chiudere il quartetto di mediana. Nainggolan, infine, supporterebbe il duo offensivo Simeone-Ragatzu, ovviamente in caso di riposo iniziale per Joao Pedro”.