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La doppia punta per la rimonta: Corini privilegerà ancora il 4-3-3?

La partita di ieri ha visto il Lecce schierato con il 4-3-1-2, schema simbolo dell’epoca liveraniana. L’ingresso di Stepinski a inizio ripresa, affiancato all’altro centravanti Coda, ha dato il via poi alla rimonta.

Quando si parla di formazioni tipo, si sa, gli allenatori ormai storcono il naso, relegando, giustamente, le mere questioni stilistiche ai tabellini dei quotidiani sportivi e non, concentrandosi più sugli interpreti e sull’approccio da adottare che sul mero posizionamento. Sta di fatto, però, che ieri il Lecce ha abbandonato il 4-3-3 “classico” con due interpreti molto larghi per dare densità sulla trequarti: dal 1′, Listkowski, in altre occasioni cursore offensivo a sinistra, ha fatto il trequartista dietro Falco e Coda. Neanche l’infortunio dell’ex Pogon ha indotto Corini a tornare sui suoi passi. L’ingresso di Paganini, in teoria uomo simbolo del 4-3-3, non ha apportato alcuna variazione allo schema iniziale.

Nel primo tempo, numeri a parte, il Lecce ha sì giocato bene, ma senza riuscire mai a graffiare negli ultimi venti metri. Troppo arroccata la difesa della Cremonese, troppo lente le idee al momento dell’ultimo passaggio, fatto sta che il primo tiro in porta, a firma Coda, è arrivato solo al 45′, con il punteggio di 0-2 per gli avversari, avanti con due zampate.

Nella ripresa, mantenendo ancora lo stilistico 4-3-1-2, Corini ha cambiato volto ai suoi. Fuori Majer, dentro Stepinski. Paganini adattato a centrocampo e Falco dietro il polacco ex Verona e Coda. Quest’ultimo, autore del 2-2 dopo il gol di Dermaku, si è forse esaltato di più, non solo con giocate in area, liberandosi della battaglia costante contro due centrali avversari. L’inerzia della partita poteva partorire un verdetto finale di ogni tipo, ma il dato dei tiri in porta nella ripresa con il doppio centravanti non può far nascere delle riflessioni dopo le due reti e le palle-gol per il potenziale tris.

L’interrogativo (o gli interrogativi), quindi, più che stilistico, come dicevamo all’inizio, è, appunto, di interpreti. Vista la portata offensiva del duo Stepinski-Coda, può il Lecce rinunciare, almeno in alcune fasi della partita, al “doppio 9”, vista anche la disponibilità di Pettinari? I due arieti più Falco, scelta tanto amata dai tifosi, ad oggi sembrano improponibili almeno per l’intera durata delle partite. Corini, nel dopogara, ha parlato di “una squadra che dà la possibilità di avere più soluzioni”.

Il ritorno a pieno ritmo di Marco Mancosu, sì jolly del centrocampo ma in cadetteria spesso implacabile dietro le punte, quanto potrà incidere nel volto da dare alla squadra nei prossimi impegni, a partire già da Cosenza-Lecce? Numeri o non numeri, lo dicevamo già, dipende quasi tutto dalle caratteristiche degli interpreti. Staremo a vedere.

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Franz
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3 anni fa

Corini inizierà sempre con il 4-3-3 per poi passare in corso…d’opera al 4-3-1-2 in base alla lettura tattica della partita.

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3 anni fa

Per me il 4312 è oramai conclamato…abbiamo solo delle punte e non sfruttarle sarebbe un errore madornale!
Detto ciò credo che nei tre davanti Mancosu e Falco sono punti fermi…gli altri agiranno a rotazione e per necessità durante la gara come accaduto mercoledi….

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3 anni fa

Falco e due punte come formazione abituale non è sostenibile a mio avviso

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3 anni fa

Sostenevo da tempo la necessità di passare al 4 3 1 2, considerato che non abbiamo calciatori adatti al 4 3 3 (tranne Falco)…fortunatamente Corini si è convinto! Però non penso che vedremo molte volte dall’inizio Coda e Step…in realtà la seconda punta ideale per giocare accanto ad uno dei due ce l’abbiamo, ed è Pettinari che, a mio avviso, troverà sempre più spazio.

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3 anni fa

Lo dico dall’inizio del campionato, col potenziale offensivo che abbiamo è un obbrobrio giocare con una sola punta e i due esterni…e in panchina abbiamo il ben di Dio

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3 anni fa

a quanto sembra è il modulo piu convincente

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