I giallorossi hanno sprecato parte di un momento d’oro con disattenzioni ed ingenuità tipiche di chi suppone di essere superiore.
Sembrano lontani già anni luce quei tempi in cui, dopo due goleade ed un colpaccio allo scadere sul campo di una diretta concorrente, i “siamo i più forti”, “salutate la capolista”, “non ce n’è per nessuno contro l’armata Corini” si sprecavano. E invece sono passate due settimane. Quattordici giorni in cui la Serie B e le sue insidie hanno riportato i giallorossi alla dura verità: quella di un campionato dai valori livellati come mai prima.
Gli andamenti delle gare con Venezia e Frosinone ne sono l’esempio. Nelle due ultime uscite Mancosu e compagni hanno avuto il pallino del gioco per due terzi della gara, andando incontro alle difficoltà rappresentate dalle tenute difensive avversarie. Pur, di contro, non regalando pressoché mai il pallino del gioco. Ogni qualvolta, però, i giallorossi sembravano essere riusciti ad interpretare nel modo giusto il match (con in vantaggi di Mancosu a sancire lo scatto) ecco le ingenuità. Errori singoli sì (l’ultimo per di più figlio di un errore arbitrale), ma assolutamente in linea con un atteggiamento supponente, a tratti presuntuoso.
Nel collettivo salentino, e per estensione nell’ambiente Lecce, c’è certamente la consapevolezza dei propri mezzi non secondi a nessuno. Al contempo è tuttavia innegabile quanto le vittorie consecutive avessero portato un’euforia a tratti esagerata, facendo lievemente perdere l’orientamento di un campionato molto più equilibrato di quanto i “nomi” lascino pensare.
L’entusiasmo va bene, l’euforia no. Il perché è tutto in quei cali d’attenzione che, nelle modalità in cui si manifestano, possono essere ricondotti proprio nell’atteggiamento di chi si sente troppo “tranquillo”. In chi non ha intenzione di difendere in 11 un 2-1 fondamentale al novantesimo. Cosa che, se non sei il Barcellona di Guardiola, sei quasi obbligato a fare. Perché ora le disattenzioni e gli errori di superficialità hanno raggiunto la doppia cifra. Una quantità difficile da digerire per una squadra esperta come il Lecce che, a questo punto, deve rivedere questo lato della sua mentalità.
Avere tanti giocatori in rosa non vuol dire essere i più forti. Troppi acquisti da mercato del pesce, senza criterio. In alcuni reparti abbiamo evidenti lacune, manca un vice Tacsidis, due esterni, e un centrale di difesa. Molti giocatori doppioni e costretti a giocare in ruoli non consoni alle proprie caratteristiche. Lasciate in pace Corini, sta facendo miracoli. Corvino fai meno il protagonista e prendi giocatori più utili alla causa e meno ai tuoi interessi
Perché siamo i più forti ?❤️
Ma perché sentirsi i più forti poi??????