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CdS – Di Michele: “Coda? Un lusso per la categoria. Dimostrerà di valere anche in Serie A”

David Di Michele, nella veste di doppio ex di Lecce e Salernitana, parla della sfida di venerdì sera al Corriere dello Sport (intervista di Giuseppe Andriani).

LECCE-SALERNITANA. «Quando si affrontano è sempre bello parlarne, si spera che poi finisca bene per entrambe, ma non è possibile (sorride, ndr). Mi auguro sia una bella partita, divertente, per chi purtroppo la guarderà da casa».

CHI E’ FAVORITO? «Il Lecce è favorito, perché negli ultimi due mesi ha avuto un rendimento straordinario. La Salernitana ha fatto bene ma il Lecce ha fatto meglio, ha vinto le partite fondamentali, che servono ad accelerare e ad andare avanti».

LECCE DA PROMOZIONE? «Sì, per quello che sta dimostrando sì. Ma aggiungo una cosa: la B è un campionato lungo e difficile, ti serve continuità di risultati e anche bravura nel capire i momenti di difficoltà. A volte, quando sei in difficoltà è importante pareggiare piuttosto che perdere, per questo dico che serve avere continuità di punti».

MASSIMO CODA.Coda lo conoscevo, quando io giocavo, lui era ai primi anni. Non segnava ancora così tanti gol, ma era giovane e si vedeva che aveva grandi margini di miglioramento. È un calciatore importante per la B, ma questo non lo dico io, lo dicono i numeri. Ha vinto la B con il Benevento, ha fatto bene a Salerno e poi credo che abbia voglia di rivalsa: vuole prendersi la Serie A per restarci, per imporsi anche al top. E magari potrà farlo con il Lecce…».

EUGENIO CORINI. «Non mi stupisce, già quando giocava era un allenatore in campo, si vedeva. Avevo la percezione che sarebbe diventato un ottimo allenatore. Penso che per il Lecce sia stata la scelta migliore per sostituire Liverani, Eugenio ha già vinto in Serie B, ha personalità e grande carisma. Ha tutti i presupposti per fare bene e per riportare questa città in Serie A».

CHE ALLENATORE E’? «È un allenatore tranquillo, parla con i ragazzi, quando c’è bisogno alza la voce, com’è naturale che sia, ma è un tipo riflessivo e capisce i momenti dei suoi calciatori. Non è uno che fa finta di niente e poi magari esclude senza dare spiegazioni, è uno che sta lì a parlare, a spiegare. Oggi lo fanno quasi tutti, un tempo era diverso, ma era un altro calcio».

FAVORITE. «Empoli e Lecce, sono più compatte e più continue delle altre. In B serve questo».

EX SALERNITANA. «È stata la mia esperienza più prolifica, sono sempre stato due o tre anni in ogni società, ma non ho mai segnato così tanto. La Salernitana mi ha fatto debuttare in Serie A, poi sono rimasto in B per due anni e ho segnato tanto. Quando sono andato via, la mia cessione è servita a risolvere una situazione difficile dal punto di vista economico, anche grazie a quello la Salernitana non sparì dal calcio professionistico».

EX LECCE. «L’esperienza più bella che io abbia mai avuto come calciatore e come persona. Ero già in età avanzata, avevo un modo di ragionare diverso rispetto a quando ero giovane. Per questo dico che è stata un’esperienza bellissima. Quando torno a Lecce è come tornare a casa, questa è la cosa bella. Arrivai con qualche mugugno e invece ho costruito con la città un rapporto unico, viscerale. Lecce è casa mia».

PER CHI TIFA? «Io tifo per il Lecce, mi dispiace dirlo per la Salenitana (sorride, ndr). Ma il pareggio non serve a nessuno e il Lecce è più avanti in classifica, quindi».

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2 anni fa

Grande David!

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