Fondamentali l’anno scorso, da migliorare quest’anno. Delle pietre miliari per la salvezza dello scorso anno sono arrivate da calci di rigore, giocata fondamentale per una squadra come il Lecce che fa degli strappi dalle fasce un’arma del gioco offensivo. Oltre al rigore-salvezza segnato da Colombo a Monza (dopo uno parato da Falcone a Gytkjaer poco prima), fu vitale il penalty insaccato da Strefezza alle spalle di Silvestri in casa contro l’Udinese, in un successo che interruppe la moria di sconfitte.

La contabilità dei rigori della stagione in corso recita 3 gol su 5 tentativi negli almanacchi. Strefezza contro la Salernitana, Krstovic a Monza e il macigno segnato da Piccoli al Bologna hanno preceduto due errori consecutivi dell’attaccante montenegrino. Prima di Frosinone, il “nove” ha sbagliato anche a Genova, riscattandosi dopo con il tiro deviato per il temporaneo vantaggio. Di fatto, gli errori dal dischetto sono sei. Prima della trasformazione di Krstovic, il rigore guadagnato domenica scorsa è stato tirato da Rafia. Sul piatto aperto, però, l’intervento di Valeri dopo la parata di Cerofolini era irregolare a causa del prematuro ingresso in area.

L’anno scorso, Strefezza, dati alla mano, era il rigorista designato. L’ex capitano ne ha segnati 2 su 3, fallendo solo all’Olimpico contro la Lazio (2-2, doppio Oudin) dopo le reti contro Cremonese (1-1) e, come già detto Udinese. Gli altri rigoristi si sono presentati solo in sua assenza. Così è stato per Colombo a Napoli (1-1 inaugurato dalla parata di Meret) e Monza (1-0) e Ceesay in casa Juventus (1-2 per il team Allegri). Stesso discorso nella Serie A 2019/2020, dove Mancosu per due terzi del campionato è stato rigorista infallibile tanto da scalare la classifica marcatori. Uno dei 2 errori su 9 tentativi fu fatale per l’economia di Genoa-Lecce 2-1 nonostante il successivo gol da lui stesso firmato. Da dimenticare i tentativi di Babacar (0 su 2), impreciso a San Siro contro il Milan e a Roma con la Lazio. Per Lapadula, infine, 2 gol su 2.

Krstovic, al di là della paternità del gol, deve comunque riprendere fiducia partendo dalla prestazione positiva sfoderata a Frosinone. Anche da lì parte la sicurezza per prendersi sulle spalle l’attacco del Lecce anche dal dischetto. Non si arriverà al 3 su 3 di Dalla Bona nel 2004/2005 o ai 6 rigori scaraventati in rete da Lucarelli nel 2000/2001 (più 3 su 3 per Vugrinec), ma l’attaccante montenegrino, e il suo alter ego Piccoli, dovranno scalare anche le gerarchie dei rigoristi. Una statistica singolare in Serie A, infine, riguarda David Di Michele. Nel 2010/2011, 3 errori su 3, con Corvia battitore del rigore pesantissimo contro il Napoli (2-1). L’anno dopo, chiuso con la retrocessione, 5 su 6. Chi l’ha dura la vince.