L’estremo difensore è una delle stelle della squadra giallorossa. Sul punto di ieri ci sono i suoi guantoni.

Il Lecce non è una squadra che subisce tantissimo, e questo è merito del collettivo e dell’impostazione del tecnico. Quando però la fase difensiva non ci arriva ecco le leve lunghe di Wladimiro Falcone, uno degli uomini in più dei giallorossi di inizio stagione. E ieri ha lasciato il segno in modo assolutamente decisivo.

Incolpevole sul rigore (così come su ognuno dei 9 gol presi dal Lecce fino ad oggi), l’estremo si è rifatto dapprima sul diagonale di Zanimacchia evitando il raddoppio e poi, soprattutto, su Okereke. Una vera prodezza quella sull’ex Bruges, una sorta di rigore in movimento parato con proprietà fisiche, intuito e qualità assoluta. E poi la padronanza clamorosa delle palle alte, aspetto sul quale ieri la squadra ha sofferto tantissimo e lo avrebbe fatto ancor più senza la sicurezza nelle numerose uscite dell’estremo romano.

Un punto che se non è tutto suo, poco ci manca. Una prodezza, quella su Okereke, che si somma a quelle già effettuate nelle precedenti uscite, quasi tutte decisive ai fini del risultato finale. Su tutte quelle su Piatek e Baldanzi, fondamentali non purtroppo come le tre infilate con l’Inter, vanificate dal gol di Dumfries a tempo scaduto. Oltre alla bellezza del gesto tecnico, resta comunque la sicurezza data ad un reparto difensivo che, probabilmente anche galvanizzato dalla consapevolezza di avere le spalle coperte, ha in effetti sbagliato pochissimo.