Il boemo, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, non vuole sentir parlare di ritiro. E, tra una considerazione e l’altra sul panorama calcistico, rivela passato recente e sogni futuri.
Zdenek Zeman, all’alba dei 72 anni compiuti lo scorso 12 maggio, si sente ancora giovane dentro, fisicamente e calcisticamente. “Io mi sento 40 anni, non di più”, comincia così la lunga intervista concessa alla Rosea, che contiene anche delle confessioni personali: “Cosa mi spaventa nella vita e cosa è importante? La propria salute e quella di chi hai vicino. Mi spaventa la malattia. Ho vissuto in questi ultimi anni il dramma di mio figlio Andrea che ha affrontato una grave malattia. Ne parlo ora perché tutto si è risolto”.
E poi: “Rimpianti? Ho commesso errori, ma credo chiunque li abbia fatti. Ho vissuto la vita come volevo e mi manca solo non essere tornato a Praga per 20 anni. Partii per le vacanze a Palermo nell’estate del 1968 e, mentre ero in Italia, scoppiò la rivoluzione. Per 20 anni, appunto, non ho ricordi della mia famiglia”.
Il focus del colloquio è comunque incentrato inizialmente sulla carriera. Zeman è fermo da un anno, l’ultima esperienza risale al Pescara 2017/’18: “Questa stagione è stata brutta. In 50 anni sono stato fermo poche volte. Gioco a golf e guardo calcio. Ho ricevuto tre-quattro chiamate, non erano interessanti. Se aspetto una nuova panchina? Passione, voglia e testa sono le stesse. Le mie idee e il mio calcio sono ancora moderne. Sei anni fa dissi che ero avanti di 20 anni: resto avanti di 14″.
