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Cittadella a un passo dalla A. Allora non era tutta colpa del Lecce…

Tre mesi fa la banda di Venturato annichiliva un Lecce lanciatissimo, facendo addirittura dubitare dei ragazzi di Liverani qualche tifoso più esigente. E meno lungimirante.

Il Cittadella ora non è più solo una favola. E forse se ne sono accorti anche i meno attenti ieri sera, quando i granata hanno battuto per 2-0 il quotato Hellas Verona nella finale d’andata dei playoff promozione. La doppietta di Diaw ha di fatto messo una mezza ipoteca su un salto in Serie A che avrebbe del clamoroso, oltre che dello storico. Eppure non per tutti questa è, o sarebbe, una sorpresa.

Certamente non lo è per chi in A c’è già, ovvero il Lecce. I ragazzi di Liverani, dopo aver già sofferto enormemente nell’andata al Via del Mare, dove sono stati bloccati per 1-1 (e poteva andare peggio), il 23 febbraio scorso sono stati annientati al Tombolato. Un 4-1 strameritato per Schenetti e compagni che non ammise repliche, nonostante in Veneto arrivò una squadra, quella salentina, lanciatissima nei piani alti e forte del salto di qualità palesato in gennaio.

Sia nel risultato, che nel gioco, il Lecce ne uscì distrutto. Demerito degli ospiti o merito dei locali? Nei giorni successivi l’undici di Liverani subì probabilmente le più aspre critiche del torneo, accusato di aver sottovalutato l’avversario per il suo contenuto blasone e, soprattutto, di non essere squadra abbastanza solida da poter reggere a lungo i confronti con squadre capaci di giocare un calcio veloce e dinamico. I più pessimisti dissero addirittura che non era squadra pronta per la A, perché non si poteva perdere così a Cittadella.

Il Lecce invece in massima serie ci è andato eccome, facendo cose straordinarie nei mesi successivi. E, sempre a posteriori, possiamo dire che in quel sabato pomeriggio del Tombolato la protagonista fu una sola, e non in negativo. Fu un capolavoro firmato Venturato, guida di una squadra capace pochi giorni dopo di espugnare il Rigamonti di Brescia, poi ancora di pareggiare a Palermo, poi di eliminare a domicilio Spezia e Benevento e adesso di giocarsi da favorita la A a Verona.

Non sarà né scontato né semplice. Ma ora c’è una certezza: se riuscirà nell’impresa, non sarà colpa di avversario alcuno. Al contrario, tutto merito dell’immenso collettivo granata.

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