“Volevo una squadra regionale: in quel caso, il nome sarebbe stato Puglia. Sia a Lecce che a Bari gli interlocutori a cui accennai il progetto mi zittirono in mezzo secondo”, racconta l’imprenditore svizzero.
Renè De Picciotto, azionista di maggioranza del Lecce, nel corso di un’intervista rilasciata a Il Corriere della Sera, racconta la sua entrata nel mondo del calcio giallorosso e le sue idee calcistiche.
INIZI. “Non avevo mai investito nel calcio, né ci avevo mai pensato. Per le mie attività lavoravo con Banca Generali. Uno dei manager di area dell’istituto e Corrado Liguori, vice presidente del Lecce, per tre mesi, ha continuato a chiedermi di investire nel Lecce. Alla fine ho ceduto, rilevando il 15% del club per 750mila euro. In seguito, ho prima raddoppiato la partecipazione, dal 15 al 30 per cento, e poi sono cresciuto al 35 per cento, per un investimento complessivo salito a 6 milioni”.
RUOLO. “Il mio ruolo è limitato a mettere capitali, quando necessario, e dare consigli. L’anno scorso, è stata mia l’idea di mettere sul piatto un extra budget nonostante fossimo stati appena promossi in B. Con sole 19 squadre anziché 22, ho capito che sarebbe stato possibile arrivare in A”.
UNA SQUADRA REGIONALE? NO GRAZIE. “In quel caso mi hanno zittito tutti sebbene l’intuizione fosse geniale. Con il Bari non iscritto in B, pensai che sarebbe stata un’opportunità creare una squadra regionale, con un bacino di utenza enorme e uno stadio, il San Nicola, centrale rispetto a tutta la regione. Il nome sarebbe stato Puglia: ma, sia a Lecce che a Bari, gli interlocutori a cui accennai il progetto mi zittirono in mezzo secondo”.
Grazie De Picciotto…pero’ non dire puttanate!
Almeno rileggete gli articoli prima di pubblicarli…mio nipote, seconda elementare, scrive meglio
De picciotto forse non hai capito che per il salentino il calcio è solo il modo per far capire al resto d’Italia e del mondo della nostra unicità. Noi, senza presunzione, non abbiamo bisogno di nessuno per vivere, le nostre idee la nostra forza e il nostro essere ci contraddistingue ovunque, a prescindere dal calcio. SIMU SALENTINI.
Al limite potrebbe promuovere la nascita di una squadra che si chiami “PRO SALENTO” che possa unire tutte le forze dell’intero bacino provinciale. Solo così potremmo sperare di rimanere stabilmente in serie A. FORZA LECCE
?❤️?
Hahhaha hahaahah
Meno male che t hanno illuminato valà!
Noi siamo in Puglia x incongruenza politica… SALENTO e punto!
Mintere LECCE e bari insieme è comu mintere la benzina te coste allu fuecu,ota e gira scoppia tuttu!!!???
FORZA LECCE SEMPRE E BASTA!??❤❤??❤❤
1908
Sei benvenuto nel nostro Salento e nel nostro. Lecce forza. Lecceee
Per favore ditemi che stava scherzando sulla storia della squadra regionale ?
Meno male che ti hanno zittito subito.
Intuizione geniale? Una squadra unica chiamata Puglia? Giocare al San Nicola? Leccesi, foggiani, tarantini, baresi, ecc…tutti insieme appassionatamente…
intuizione geniale?…io la chiamerei con il suo nome…UNA CACATA PAZZESCA!!!
Dal suo punto di vista, unicamente imprenditoriale, l’ idea può essere accettabile. Credo che, da persona pragmatica, abbia capito immediatamente che il calcio e il tifo sono un’ altra cosa. Quindi evitate commenti ad minchiam e ringraziate ( io per primo!) la provvidenza
Renè, se fai una proposta del genere vuol dire che proprio non hai capito una cippa, del calcio in generale ma soprattutto del Salento che non farà mai parte della puglia in nessun caso, men che meno nel calcio.