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CdS – Sticchi Damiani: “E’ stata violata una regola, ma ora vogliamo il bene del calcio”

“Var? Mi sta bene utilizzarlo solo per le situazioni cruciali, altrimenti rischiamo di stare sempre davanti al video. Ma queste situazioni cruciali devono essere determinate con più chiarezza”, ha affermato il presidente giallorosso.

Saverio Sticchi Damiani, presidente del Lecce, torna sui fatti di domenica pomeriggio in un’intervista rilasciata a Il Corriere dello Sport.

REGOLA NON RISPETTATA.È stata violata una regola, su questo punto non ci sono dubbi. Anzi, più la rileggo, la regola, più mi convinco che sì, il Lecce ha subito un torto. E con questo non voglio dire altro, magari la Lazio avrebbe vinto 6 a 2 o, in caso di errore tecnico e gara ripetuta, 20 a 0. Il punto non è questo e le spiegazioni date non mi convincono”.

PROTOCOLLO VAR.È l’unica spiegazione che ho avuto, sentendola in televisione, eppure quando l’ho letta, vuole sapere la sorpresa? Dice la stessa cosa della regola 14, punto 2, lettera C del Regolamento. Non ce alcuna differenza. Si parla di “attaccante “o”, e sottolineo “o”, difensore direttamente coinvolti”, dunque la terza ipotesi, quella della violazione contemporanea, non è prevista e non rientra nelle competenze del VAR. Altrimenti avrebbero aggiunto “o entrambi”.

ERRORE.L’errore nasce da chi ha interpretato il possibile intervento del VAR anche nei casi di ingresso simultaneo in area di attaccante e difendente, aggiungendo qualcosa che nel testo (sia esso quello del regolamento o del protocollo VAR) non c’è. Un errore che ha indotto chi era al VAR domenica pomeriggio (Pairetto) a “violare”, per così dire, il regolamento. Che invece è chiaro: per la singola invasione di attaccante o difendente, bisogna aspettare l’esito del rigore per la sanzione, rete convalidata, rigore ripetuto o punizione. Per quello contemporaneo di giocatori delle due squadre, cosa succede al rigore tirato non conta. Il penalty si ripete. E lo dice anche il protocollo IFAB sul VAR”.

RECLAMO.Ma sarebbe stato utile? Perché poi il risultato maturato sul campo è sovrano, le decisioni arbitrali di natura tecnica insindacabili. Insomma, con qualche cavillo formale, l’iter si sarebbe arenato davanti, magari, ad una inammissibilità o improcedibilità. A quel punto, nessuno avrebbe affrontato il problema. Che invece c’è e, per il bene di tutto il calcio, va risolto adesso per il futuro”.

REGOLAMENTO.Si tratta di una questione regolamentare, ed il regolamento è stato profondamente rinnovato. Capita, quando ci sono novità cosi sostanziali, che si abbia bisogno di un periodo di rodaggio, che ci siano delle difficolta applicative. Succede anche agli avvocati e ai magistrati, per questo ben vengano convegni e riunioni come quelle di martedì prossimo. Servono a sbagliare di meno. L’importante è che ci sia chiarezza a beneficio di tutti. È la Musa che ci ha ispirato in questo caso. Potevamo strumentalizzare e speculare sull’errore interpretativo. Avrebbero perso tutti”.

NUOVE REGOLE.Hanno fatto il bene o il male del calcio? Bisogna fare chiarezza. Alcune regole, come quella sul fallo di mano, hanno necessariamente bisogno di interpretazioni più certe. Né si può pretendere che il percorso dalla grande discrezionalità a zero si compia in pochi mesi. Il fine ultimo, che è quel lo di avere un calcio più giusto, è sano e a me piace. Però deve esserlo per tutti. Io sono il presidente di una piccola squadra in un campionato complicato come quello della serie A. Do ve si gioca un altro sport rispetto alla serie B. Qui Calderoni deve cadere rischiando la spalla per tenere le braccia dietro la schiena, non l’ha fatto e abbiamo preso un rigore contro. In B i difensori possono correre in maniera ancora normale. Però è anche vero che in B, l’anno passato, siamo stati promossi pur avendo solo due rigori a favore, quest’anno siamo già a quota 6”.

PIU’ VAR?No, mi sta bene utilizzarlo solo per le situazioni cruciali, altrimenti rischiamo di stare sempre davanti al video. Ma queste situazioni cruciali devono essere determinate con più chiarezza”.

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