I friulani, costantemente in prossimità della zona retrocessione, hanno deluso le aspettative di inizio stagione. Per Gotti vitale la vittoria pre-sosta con il Cagliari.
Anno nuovo, vita vecchia per il Lecce. Almeno dando uno sguardo alla classifica, perché per il quinto match consecutivo si troverà ad affrontare una rivale nella lotta per allontanarsi dalla zona retrocessione. Stavolta tocca all’Udinese di Gotti, squadra che sulla carta avrebbe dovuto trovarsi qualche posizione più su è che invece è pienamente invischiata nella corsa alla salvezza.
Un cammino deludente che sta diventando, in maniera preoccupante, un’abitudine per i friulani. Il club di Pozzo, tra i più virtuosi del campionato italiano non che tra i pochissimi del Belpaese a vantare un impianto all’avanguardia e di proprietà, vede infatti in lontananza i recenti fasti. Dal punto di vista tecnico è rimasto ben poco dell’Udinese cliente fissa della zona Europa fino a qualche anno fa. Ora anche la metà classifica risulta una montagna da scalare, sebbene le premesse fossero diverse.
Dopo l’ottimo finale di scorsa stagione, a Igor Tudor era infatti stata affidata una rosa di tutto rispetto. Almeno sulla carta. Musso tra i pali, dopo l’adattamento della passata stagione, è tra i prospetti più interessanti tra i pali con vista sulla porta della Nazionale argentina. In difesa elementi di esperienza e qualità come Troost-Ekong, Samir, De Maio, Nuytinck: tutti stranieri, come quasi tutta la rosa, ma già navigati nel Belpaese. E poi un centrocampo forte fisicamente, tra Fofana e Walace, veloce sulle fasce con Ter Avest, Stryger-Larsen e Sema.
Ma soprattutto tecnico grazie alla regia di Mandragora e alla classe di Rodrigo De Paul. Un fantasista trattenuto a grandissima fatica ma che, per ora, si è espresso a giri bassissimi. Così come gli attaccanti Okaka, Lasagna e Nestorovski. Nomi importanti, ma che in tre hanno sommato appena 7 gol.
E’ proprio nella fase offensiva, capace di sommare appena 13 centri (uno in più della Spal), il punto debole dell’Udinese. A inizio campionato una difesa super aveva attutito il colpo, permettendo a Tudor di conquistare il bottino minimo di 2 vittorie nelle prime 6. Non benissimo, ma comunque qualcosa. Quando però nelle successive tre gare sono arrivati appena 3 punti, e soprattutto due umiliazioni di fila come il 7-1 di Bergamo e lo 0-4 con la Roma, la proprietà ha deciso di dare il benservito al croato.
Al suo posto tanti nomi, ma una certezza: Luca Gotti. Ufficialmente ancora tecnico ad interim, l’ex vice di Donadoni ha risollevato almeno parzialmente la disperata situazione dei bianconeri. 8 punti in 7 gare lo hanno tenuto in sella ai friulani, consentendo all’Udinese di tenersi fuori dalla zona rosa. Decisiva per far mangiare il panettone a Gotti la sorprendente vittoria pre-sosta con il Cagliari (2-1). Ora però De Paul e compagni devono svegliarsi, al fine di evitare guai peggiori.